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 2016  marzo 07 Lunedì calendario

Commento al campionato di Gianni Mura

Si parla della Juve ma si comincia dal Sassuolo. Perché il Sassuolo è l’ultima squadra che in campionato ha battuto la Juve. Perché il Sassuolo, dopo Napoli, Juve e Inter, ha battuto anche il Milan. Perché la prossima della Juve è con il Sassuolo. Perché dopo la sconfitta con il Sassuolo e il pubblico sfogo di Buffon nasce un’altra Juve, autorevole oltre ogni immaginazione degli osservatori e ogni speranza dei tifosi. Dopo quella sconfitta, la Juve ha vinto tutte le partite, pareggiandone solo una a Bologna. Ha rincorso, affiancato, sorpassato il Napoli (ancora ben vivo). E Buffon, il capitano che ci mette sempre la faccia e quasi sempre le manone, insegue un record personale, quello d’imbattibilità. È arrivato a 836’, davanti ha Zoff a 903 e Sebastiano Rossi a 929. Al record gli mancano 93’, in pratica una sola partita. La prossima, con il Sassuolo.
Le prime tre hanno vinto: molto bene la Roma venerdì con la Fiorentina, bene sabato il Napoli dopo essere andato sotto con il Chievo, benino la Juve ieri a Bergamo. Partita mezza sporca, l’ha definita Allegri. La Juve ha sciupato, specie nel primo tempo, e concesso più di qualcosa all’Atalanta nel secondo. Ha comunque ottenuto quel che voleva con un impegno poco sopra il minimo sindacale. La sberla rimediata dall’Inter in coppa Italia, pesante per l’orgoglio ma non sulla qualificazione, avrebbe potuto creare incertezze, scavare dubbi. Niente di tutto questo: a Bergamo s’è vista la Juve degli ultimi tempi, più pratica che bella, ma sempre pronta a colpire. Anche con quelli che non ti aspetti, come Barzagli, che con la maglia della Juve ha segnato in tutto due gol, entrambi all’Atalanta. E come Lemina, passo doppio e tiro di esterno, una sciccheria. Non contento, nonostante il gol, Barzagli ha parlato di campanelli d’allarme. Meglio che ci siano, così si sta più attenti, ha concluso.
SEGUE NELLA III DI SPORT
FOTO: ©AGF
SENZA scomodare galline vecchie e buoni brodi, quelli come Barzagli sono la vera forza della Juve. Lui, Bonucci, Chiellini, Buffon più Evra e forse Marchisio. L’anzianità fa esperienza, l’esperienza fa spogliatoio unito. Così, se certe cose le dicono Barzagli o Buffon, le loro parole saranno ascoltate con più attenzione e rispetto. La difesa della Juve è anche quella della Nazionale: vale lo stesso discorso. E davanti a Zoff e Rossi, che Buffon insegue, c’erano difensori non solo bravi sul campo, ma bravi a fare gruppo, a essere d’esempio senza salire in cattedra. È così che si costruiscono le lunghe strisce vittoriose. Ma questi hanno sempre fame? Sì.
Il duello continua. Le prossime quattro partite costituiscono un ostacolo un po’ più duro per la Juve. A seguire, tre decisamente toste per il Napoli. Ultime tre livellate in basso. Non c’è molto da aggiungere. Il Napoli è la squadra più regolare, nel senso che non ha vissuto il lungo periodo di buio toccato a Juve e Roma. Attualmente la Roma è la più brillante, ma ha perso troppi punti per strada. Probabile che al traguardo arrivino nell’ordine attuale, ma con 10 partite da giocare e la pratica-Bayern ancora in piedi nessuno può esser certo di nulla. Una certezza però è il Sassuolo. Squadra di provincia, gioca sempre in verticale (come il Leicester). Pochissimi stranieri titolari (due, massimo tre), sempre tre punte, sempre 4-3-3 e, come s’è visto, ottimi risultati con le grandi. Ultimo a lasciarci le penne il Milan, Mihajlovic espulso per proteste (sull’episodio aveva ragione, ma non è motivata nemmeno l’espulsione di Defrel). Un po’ lo capisco: aveva trovato un assetto d’attacco con Niang, ha dovuto rimpiazzarlo con Balotelli, buonanotte ai suonatori. Un po’ non lo capisco: a calcio ha giocato meglio il Sassuolo. Come la Juve, anche l’Inter poteva risentire dell’impresa solo sfiorata mercoledì. Invece ha giocato bene, a tratti molto bene. Il Palermo non è una corazzata e deve guardarsi alle spalle, ma l’Inter sembra aver capito, meglio tardi che mai, cosa vuole Mancini. Icardi gioca anche per gli altri, segna e fa segnare. Stupenda l’azione del 3-1, con Perisic che incorna in tuffo. Per i meno giovani: quasi come Gigi Riva con la Ddr.