7 marzo 2016
Vita, opere e pensieri di Valeria Valente, la candidata sindaco del Pd a Napoli
Marco Demarco per il Corriere della Sera
Ha vinto lei. Di poco, pochissimo, ma ha vinto. È afona e raffreddatissima, riesce a stento a scrivere questa dichiarazione: «E ora guardiamo avanti, al ballottaggio, per battere tutti insieme de Magistris o Lettieri». Cioè il sindaco uscente e il candidato del centrodestra. Il risultato conferma le previsioni dei ragionieri di partito, quelli espertissimi nel tenere la contabilità degli iscritti e dei pacchetti azionari, ma anche le analisi dei sondaggisti, che l’hanno sempre indicata in leggero vantaggio. Eppure, il fatto che Valeria Valente potesse davvero vincere le primarie napoletane non era scontato.
La trentanovenne che si presenta come «il volto di una generazione che vuole mettersi alla prova» aveva dalla sua i renziani e gli orfiniani, vale a dire la maggioranza del Pd; e la sua candidatura era stata accompagnata da 1200 firme a fronte di 2800 iscritti. Ma vuoi mettere avere dall’altra parte uno come Antonio Bassolino? Due volte sindaco, due volte governatore, ma anche ministro, per un solo anno, e deputato per due legislature: a Napoli e in Campania, Antonio Bassolino ha governato ininterrottamente per diciassette anni, dalla primavera dei sindaci (1993) alle inchieste sull’emergenza rifiuti (2010) dalle quali è però uscito indenne. A differenza di Valeria Valente, che non ha ancora fatto questa esperienza, Bassolino ha partecipato a quattro elezioni istituzionali dirette senza mai perderne una. E quando è stato riconfermato, come sindaco o come governatore, ha sempre raccolto più consenso della prima volta, a riprova di una popolarità e di una longevità politica che a Napoli non hanno conosciuto sindaci come Nicola Amore, Achille Lauro o Maurizio Valenzi. Un curriculum da Guinness dei primati.
Chi è, allora, la donna che per la prima volta è riuscita a batterlo? Richiesta di un’autobiografia, si è dipinta così. «Sono una mamma che vive in un quartiere popolare, in piazza Mercato. Mi sono diplomata in un istituto tecnico femminile, poi laureata in giurisprudenza. Un po’ di pratica nel movimento studentesco e nella Cgil e poi a 20 anni mi sono candidata al consiglio comunale, unica donna su sessanta consiglieri. Quindi assessore al turismo con la Iervolino. Finita quella stagione, ho lavorato per alcuni anni come avvocato. Poi, sono entrata in Parlamento».
Messa così, sembra che nella vita di Valeria Valente Bassolino non ci sia mai entrato. E invece no. Valeria è sempre stata considerata una bassoliniana. Poi le cose sono andate come si sa, ed ecco, inevitabili, le prese di distanza. «All’ultimo congresso Pd, io ho votato per Cuperlo, Antonio per Renzi». Oppure: «So io cosa voleva dire fare l’assessore al turismo a Napoli quando tutta la regione era in piena emergenza rifiuti». Fino ad arrivare ai giudizi senza appello degli ultimi giorni di campagna elettorale. Tipo: «Bassolino e de Magistris hanno sprecato la loro occasione: Napoli ha troppe potenzialità inespresse».
Per Valeria Valente resta ora l’ostacolo più alto: le Amministrative, appunto. Se abbia più o meno chance di Bassolino nessuno può dirlo. Di certo lei ha migliori rapporti con il governo nazionale, e la conferma è venuta dal ministro Orlando. Si parlava di un possibile bassolinismo di ritorno. «Capirei — ha detto Il ministro — la diffidenza dei napoletani».
Conchita Sannino per la Repubblica
«È un nuovo inizio, la città ha scelto di guardare avanti, ha deciso di dare fiducia a una nuova classe dirigente. Ora avanti tutta».
Applausi e urla, anche fuori misura. Valeria Valente, deputata Pd, referente in Campania della corrente dei ‘Giovani turchi’, è raggiante e quasi confusa, in mezzo a telecamere e domande. È lei la candidata sindaco Pd per Palazzo San Giacomo. Nel suo comitato di piazza Bovio, coralli neri e germogli di orchidee disegnati sulle pareti bianche ( ora macchiate di spumante). Un tocco femminile che ora è facile leggere come ingrediente vincente. Ma Antonio Bassolino era un avversario temibile, un gigante da superare solo fino a un mese fa. Lei ce l’ha fatta con circa mille voti di scarto: sostenuta da tutte le componenti della maggioranza, deluchiani compresi. Allieva batte il maestro e vola verso la gara più dura, quella di primavera per riportare un esponente del Pd sulla sedia del sindaco di Napoli. Valeria Valente, 39 anni, ha battuto Antonio Bassolino, ex sindaco per due volte Presidente della Regione Campania, ex ministro, ma soprattutto «padre» politico della stessa Valente. È parlamentare dal 2013. È coordinatrice in Campania di «Rifare l’Italia», la corrente del Pd che fa capo a Roma al presidente del partito Matteo Orfini e al ministro della Giustizia Andrea Orlando. Considerata a lungo una pupilla di Antonio Bassolino, è stata assessore comunale alle Pari Opportunità e al Turismo della Giunta presieduta da Rosa Russo Iervolino.
Valente, a chi deve dire grazie?
«Il più forte e grande ai napoletani. Sono stati generosi, sono stati in ascolto e hanno voluto dire che non si arrendono. Voglio davvero per loro fare una corsa senza risparmio, col massimo dello slancio».
Il Pd è messo male in città, siete gli ultimi, secondo alcuni sondaggi.
«Mi faccia questa domanda tra qualche giorno, per favore. La battaglia è difficile ma è alla nostra portata. Ora tutti uniti nel centrosinistra, dobbiamo tornare al governo della città. Deve finire l’isolamento in cui de Magistris lascia Napoli».
Da dove ripartire, per Napoli? Dia un’immagine sola, concreta.
«Dalla vivibilità. Questa città è faticosa. Meravigliosa e faticosa. Per grandi e piccoli, per chi ci lavora e per chi deve trovarlo un lavoro, per i giovani costretti a emigrare, per i talenti che non trovano approdi, per le cose banale per i servizi e per il futuro da costruire. Basta, dobbiamo cambiare. E mi sento investita di una grande responsabilità».
Gli altri candidati ora lavoreranno per lei?
«Ci siamo sempre detti che sarebbe stato così. Non li ho sentiti, ma abbiamo sempre detto che chiunque fosse stato il vincitore avrebbe avuto il sostegno degli altri e sono convinta che arriverà, perché abbiamo una grande sfida davanti. Più importante di chiunque di noi».
Una parola per Bassolino, suo ex maestro?
«Ci sarà tempo, ora ho tante troppe cose da fare da organizzare».