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 2016  marzo 07 Lunedì calendario

A Roma, stando ai primi seggi scrutinati, non dovrebbe esserci storia: il candidato di Renzi, Roberto Giachetti, viaggia con una percentuale prossima al 70% dei voti, il suo avversario, sostenuto da dalemiani, bersaniani ed altra sinistra rimasta nel Pd, sta poco sopra il 30

A Roma, stando ai primi seggi scrutinati, non dovrebbe esserci storia: il candidato di Renzi, Roberto Giachetti, viaggia con una percentuale prossima al 70% dei voti, il suo avversario, sostenuto da dalemiani, bersaniani ed altra sinistra rimasta nel Pd, sta poco sopra il 30. Le briciole restanti se le dividono gli altri quattro concorrenti, Mascia, Pedica, Rossi e Ferraro. unico rammarico: hanno votato solo 40 mila persone, molte meno della volta in cui vinse Marino. Grande invece l’afflusso a Napoli, con la vittoria, meno netta ma chiara, della renziana - ed ex bassoliniana - Valeria Valente, che si considera sicura vincitrice, accreditandosi, a un terzo dello spoglio, di poco meno del 50% dei voti contro un 41% del sempreverde Bassolino.

Stiamo parlando delle primarie del Pd, vero?
Sì, «primarie», cioè si sceglie la persona che a nome del Pd fronteggerà gli avversari del centro-destra, del M5S e delle varie liste civiche. A Napoli, gli avversari del candidato sindaco del Pd saranno Gianni Lettieri (centro-destra) e il sindaco uscente De Magistris, sostenuto dalle liste di sinistra colorate di arancione. A Roma c’è parecchia confusione. Contro Giachetti, che ci pare di poter proclamare vincitore già adesso (sono le undici di sera), correranno Bertolaso per il centrodestra ma con la fronda assai pesante di Salvini, Marchini con una lista sua, Stefano Fassina per la sinistra che sta fuori dal Pd, ma che potrebbe essere rimpiazzato all’ultimo momento da Massimo Bray, dalemiano di ferro e già ministro dei Beni culturali ai tempi di Enrico Letta. C’è poi la strana candidata del M5S, Virginia Raggi, scelta con la solita manciata di voti dalla rete, e che risulta spiazzante perché, da avvocato, s’è fatta le ossa nello studio di Cesare Previti, uomo dei mille affari con Berlusconi. Ma Casaleggio ha respinto tutte le contestazioni, e punta, secondo gli analisti, o a perdere (Roma sarà scomodissima da amministrare) o a rubare voti al centro-destra.  

Anche dei berlusconiani si dice che, almeno a Roma, vogliano perdere. Berlusconi ha le sue aziende, e aiutare Renzi a vincere nella capitale potrebbe tornar comodo.
Sì, è una storia che ho sentito anch’io e che fotografa il famoso conflitto d’interessi alla rovescia. Tanto più che anche i verdiniani si sono dichiarati pronti, alle amministrative, a sostenere i candidati di Renzi, e questo ha provocato altri scontri dentro il Pd («Se Verdini vuole partecipare alle primarie, faccia quelle del centro-destra» ha detto per esempio Matteo Orfini).  

Parliamo di Giachetti.
Non c’è molto da dire. L’uomo è un ex radicale, che sta con Renzi dai tempi in cui Renzi non era potente come adesso. Ha fatto parecchi scioperi della fame per sollecitare l’approvazione di una legge elettorale che sostituisse il Porcellum. È un romano molto simpatico. Ieri mattina ha votato al gazebo di piazza Donna Olimpia attraversando la selva di fotografi che l’aspettavano (un’esagerazione) poi s’è caricato Enrico Lucci sulla moto e, benché Lucci non avesse il casco, è sgusciato via tra battute e risate. Ha sintetizzato così il suo programma: «Ricostruire un rapporto di fiducia con la città e migliorare la qualità della vita delle persone. Partendo dalle piccole cose — le più gravose per i cittadini — che si possono risolvere anche a costo zero. Tra i miei obiettivi primari: regalare mezz’ora di tempo ai romani sottraendolo a quello che solitamente trascorrono sui mezzi pubblici».  

Piuttosto generico, no?
Senta quello della Valente: «Un piano straordinario di manutenzione urbana per riqualificare prima di tutto le tante periferie, alcune nel cuore della città, completamente abbandonate. Io immagino di realizzare, in accordo con le municipalità, un programma che cambi il loro volto. Scegliamo un asse viario principale, una piazza e un’area verde da rigenerare ogni anno per cinque anni. Si può fare. È anche così che si migliorano quelle condizioni di contesto indispensabili per attrarre investimenti e creare nuovi posti di lavoro».  

Mi pare che Renzi abbia vinto su tutta la linea.
Se vogliamo è un renziano persino Bassolino, anche se adesso, alla fresca età di 68 anni, ha tentato un ritorno contro il volere del suo segretario. Sì, Renzi ha trionfato dei suoi avversari interni sia a Milano sia a Roma sia a Napoli. È per presto per cantare vittoria. Soprattutto a Napoli, dove De Magistris è sempre in testa nei sondaggi e anche Lettieri non è piazzato male.