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 2016  marzo 05 Sabato calendario

Berlusconi ha deciso: referendum su Bertolaso a Roma

Naturalmente, Silvio Berlusconi dice di avere tra le mani i sondaggi perfetti. E lo dice ai suoi, tra i quali anche Francesca Pascale, riapparsa in pubblico nel lancio della campagna elettorale per Roma, all’Hotel Ergife, ed eccola sorridentissima affianco al fidanzato dopo le voci sui presunti dissapori di coppia. E chissà se la fede comparsa ora al dito di Francesca non sia il segno di un rinnovato amore e di chissà quale promessa. Si vede di nuovo anche un po’ il popolo di Forza Italia, che sembrava non esistere più, e il leader resta a cena con i ragazzi azzurri dopo la kermesse. Fra barzellette e selfie. «Ho i sondaggi», racconta ai commensali in questa festa in onore di Guido Bertolaso: «E dicono che il centrodestra unito vince. Andiamo al ballottaggio e poi vinciamo. Ho ripetuto a Salvini un milione di volte di non essere autolesionista e lui finalmente ha capito». I dissidi forzaleghisti su Bertolaso sono stati davvero superati? «Tutto a posto», narra Berlusconi: «Ci siamo sentiti con Salvini prima che arrivassi qui e il centrodestra è unito su Guido, un candidato a vincere e non a perdere».
LA MEDIAZIONE
La mediazione trovata con il leader lumbard é stata quella di dare una legittimazione popolare a Bertolaso, su cui comunque Salvini resta freddo. I cittadini romani nei gazebo diranno se a loro piace o no l’ex numero uno della Protezione civile. Una sorta di referendum popolare ad personam. Berlusconi, con alle spalle il candidato born again e gongolante, che si sente una ruspa più ruspa di Salvini, spiega così dal palco la consultazione che dovrebbe riportare, forse, la pace nel centrodestra ma Storace non é d’accordo mentre i Fratelli d’Italia sì: «Il 19 e 20 marzo Roma sarà invasa da cento gazebo. E anche io con Bertolaso, Tajani, Giro e gli altri sarò ai tendoni. Chiederemo ai cittadini romani il loro parere e il loro gradimento su Bertolaso e sarà un modo per dimostrare a tutti che noi siamo uniti».
Non l’orticaria delle primarie insomma, ma un Guido test nel quale il vincitore si sente Berlusconi che fin da subito, anzi dopo aver pensato che la figura più competitiva per Roma fosse Marchini e molti forzisti lo pensano ancora, ha puntato su Bertolaso con tutti i problemi che ne sono derivati.
Ora Silvio grida dal palco: «Bertolaso sarà il sindaco di Roma». E sotto, nelle prime file, qualcuno sussurra, scettico: «Sì, magari...». Gli accenni polemici di Berlusconi sono più rivolti ai 5 stelle che alla sinistra, a riprova che l’elettorato a cui punta il centrodestra é in parte sovrapponibile con quello pentastellato ma soprattutto: «Dobbiamo recuperare gli indecisi uno a uno. Cominciate a convincere le vostre nonne che non vogliono andare a votare e invece lo devono fare dopo che la sinistra ha sfasciato tutto». Il solito Silvio. Da fuori però arrivano le prime freddure, «anzi le mie sono risate», puntualizza Storace: «Le primarie tra Bertolaso e Bertolaso sono una barzelletta. Io domenica al teatro Quirino dirò che cosa faccio. Faccio il referendum con il mio popolo». Quello berlusconian-bertolaseo funzionerà anche così: «Sará anche l’occasione per chiedere ai cittadini quali sono le priorità per Roma, quali interventi contro il degrado dovremo fare nei primi cento giorni di governo di Guido. Questa é una città in cui non ci sono più alberi e fiori, e a me che sono un patito del verde questa cosa fa particolarmente male».
LE OPERE
Il candidato del centrodestra intanto dice a tutti in questa sala: «Io so’ romano de Roma». E Silvio ai suoi interlocutori narra queste gesta: «Le ultime opere pubbliche fatte in questa città le ha fatte Bertolaso». E Bertolaso precisa: «Il sottopasso di Castel Sant’Angelo, il mega parcheggio per il Giubileo del 2000 quando ero subcommissario a quell’evento...». «Ma allora – sussurra qualcuno alle sue spalle – c’erano i soldi e c’era il potere per fare tutto. Guido é rimasto un po’ indietro. Ora ogni virgola finisce sotto la lente d’ingrandimento di Cantone e non c’é un euro nelle casse del Campidoglio».
Comunque Forza Italia fa mostra di crederci nella partita romana. Nella quale non è escluso, e allo stesso Berlusconi l’idea piace, che dopo il referendum su Bertolaso si possa aprire un tavolo di confronto con Marchini per unire (anche nel caso che al ballottaggio arrivasse lui e non il candidato forzista) le forze dei moderati al secondo turno. Intanto Marchini presenta oggi il suo programma all’Auditorium.
Per tutta la giornata di ieri si è andati avanti ipotizzando le primarie con vari candidati, da Bertolaso a Storace e a Pivetti, e poi si è optato per la consultazione del 19-20 marzo su un nome solo. Anche se non pochi forzisti tremano: «Per come siamo messi, per quanto siamo disorganizzati e pasticcioni, è capace che Bertolaso perda contro Bertolaso». Ovvero potrebbe esserci una quota preoccupante di no alla sua candidatura – si temono sorprese da parte dei salviniani – o un tasso di affluenza troppo basso con effetto boomerang.
Berlusconi ha promesso però di mettere la faccia e la testa su Roma, e guai a dubitare ancora dell’appeal di Bertolaso. «Andremo insieme a L’Aquila, dove adorano Guido e adorano me. E sarà una processione piena di applausi. Dobbiamo soltanto decidere chi fa la Madonna e chi il Bambinello. Io preferisco questa seconda parte».