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 2016  marzo 05 Sabato calendario

Zoe Saldana è troppo poco nera per interpretare Nina Simone?

«Non è stata una serena passeggiata», dice con ironia Zoe Saldana a proposito di Nina, film biografico sulla cantante, scrittrice, pianista e attivista Nina Simone, amatissima dal mondo del jazz e che per tutta la sua vita (1933-2003) soffrì in prima persona molti pregiudizi razziali.
«Era un progetto che per me rappresenta una grande prova d’attrice, ma le polemiche non sono mancate anche in fase di lavorazione. A mio parere, paradossalmente, quanto sta accadendo è un altro esempio di razzismo, a doppia mandata», afferma Zoe, a poche settimane dal lancio del film negli Usa, previsto ad aprile.
Dopo una replica su Twitter di Zoe contro alcune critiche per il suo scelto «non adatto» (secondo molti), la polemica sta divampando anche in seguito alla diffusione del trailer e del poster. Non solo per il colore troppo chiaro della pelle dell’attrice (nata nel New Jersey, è figlia di una portoricana mentre suo padre è nato nella Repubblica Dominicana; ha anche origini haitiane e libanesi). Molti le contestano anche di non essere afroamericana per cultura ed estrazione. Malgrado un naso posticcio e il trucco pesante, in poco o nulla (secondo chi biasima la scelta) assomiglia alla Simone.
Zoe preferisce non entrare nei dettagli della diatriba, che ha visto in prima fila la figlia della cantante, Simone Kelly. Ma l’attrice afferma: «Sarebbe bene aspettare il lancio del film ed esprimere un giudizio sul mio lavoro. È davvero improprio giudicare ora la mia interpretazione che, come quella di tanti attori chiamati a impersonare ruoli di persone realmente esistite, ha ovviamente avuto bisogno di make-up accurati».
Le critiche dilagano, non solo sul web. Persino Miriam J. Petty, esperta di cultura afroamericana, spara a zero: «È irrispettosa, fuorviante la scelta di Zoe, dimostra l’ignoranza di molte persone».
Le esortazioni per i fan della Simone a stare alla larga dalla pellicola e a ignorarla sono numerosissime. Zoe, impegnata nella messa a punto del nuovo Star Trek, presa dal suo ruolo nel nuovo film di Ben Affleck Live by Night e già sulla pista di lancio dei prossimi capitoli di Avatar è addolorata anche per gli attacchi molto duri del fratello della cantante.
«La scelta di un’attrice dal colore della pelle ambiguo è un insulto per Nina – ha detto Sam – per le sue battaglie civili, per tutte le sue verità, spesso pagate in prima persona».
Di rimando i produttori e i distributori della pellicola ribadiscono la loro solidarietà a Zoe, affermano che la sua interpretazione va giudicata senza preconcetti e la definiscono «memorabile». Dice il distributore del film, Robert L. Johnson, che tra l’altro è il fondatore della Black Entertainment Television: «Queste critiche sono razziste e paradossalmente arrivano da chi è stato molto vicino a Nina Simone, che per tutta la sua vita ha lottato contro ogni forma di discriminazione. È la qualità della recitazione che, prima di ogni commento, dovrebbe avere la vittoria sulla disputa e, invece, ci si appella al make-up di Zoe, a una protesi del naso tutta da verificare. Ha ragione l’attrice, che ha replicato a ogni critica affermando, con le parole di Nina: “Vi dico ciò che per me è la libertà. Non avere paura”».
Aggiunge Zoe: «Con me recita David Oyelowo, che da Selma in poi è richiestissimo. Ho avuto da David la massima solidarietà. Mi ha detto per sostenermi: “Vedrai che qualcuno sosterrà che essendo nato a Oxford anche io non ero adatto al mio ruolo”».
La verità è che Hollywood, anche quella del cinema indipendente, non punta su attrici afroamericane capaci di sostenere il box office, a parte casi rari come Viola Davis, in parte l’attrice premio Oscar Halle Berry e Kerry Washington e alcune giovani, come Lupita Nyong’o. Viola Davis non ha dubbi: «Un’attrice di colore in Usa ha un mercato limitato sul grande schermo. Io ho impiegato anni a costruire la mia carriera cinematografica e so bene quante mie colleghe vengono scartate da ruoli importanti».