4 marzo 2016
Due ostaggi italiani uccisi in Libia • Donald Tusk ai migranti economici: «Non venite in Europa» • La Germania rimanda a casa quelli che derubarono e molestarono le donne a Colonia • Le minacce di Pietro Maso • La vedova di Luca De Filippo eredita le opere di Eduardo • Bob Dylan vende parte del suo archivio all’università di Tulsa • Crescono i brevetti italiani
Libia I quattro tecnici italiani della Bonatti rapiti in Libia il 19 luglio (vedi Fiordafiore 21 luglio 2015) mentre si recavano a Mellitah sono quasi subito caduti nelle mani dell’Isis, o di forze a esso molto vicine. Due di loro, Salvatore Failla e Fausto Piano, sono stati uccisi pare durante uno scontro a fuoco degli ultimi giorni. Degli altri due, Filippo Calcagno e Gino Tullicardo, al momento si sono perse le tracce. Ma tutto lascia credere che si trovino nella stessa regione, tra Sabratha e Sarman, dove sono stati recuperati i cadaveri dei loro colleghi, assieme a una decina di militanti dell’Isis, pare cinque uomini e altrettante donne, tutti di origine tunisina. Si pensa che l’uomo che guidava la loro auto al momento del rapimento, Mohammed Yahia, «fortemente sospetto», abbia organizzato il sequestro a scopo di riscatto e consegnato i quattro a suo zio, residente nella regione di Sabratha e noto simpatizzante dei movimenti islamici radicali. Poi aveva fatto credere di essere stato picchiato dai criminali, si era fatto ricoverare in ospedale per due giorni senza incontrare i giornalisti, infine era scomparso. Jamal Zubia, portavoce del governo di Tripoli, ha detto: «I rapitori avevano chiesto 12 milioni di euro. Gli italiani ne avevano pagata una parte. Ma l’intermediario si è dileguato con i soldi. Che io sappia negli ultimi tempi i negoziati erano fermi. Comunque l’Isis aveva ormai preso saldamente piede nella zona». Fonti giornalistiche a Tripoli raccontano che a prendere i soldi sarebbe stato lo stesso autista Yahia, che però da tempo non aveva più alcun controllo sugli ostaggi. Quando venerdì 19 febbraio gli americani bombardano un campo di addestramento del Califfato alla periferia della città, vicino al mare, tra i 47 morti jihadisti si trovano i corpi di due diplomatici serbi rapiti nel novembre 2015: la stessa cosa potrebbe essere accaduta ai due italiani. Infatti uomini della Rada, l’unità speciale della milizia di Tripoli, hanno accerchiato la fattoria di Jfara, nella campagna tra Sabratha e il deserto. Sapevano che lì potevano trovarsi alcune cellule dell’Isis. C’è stata una battaglia di ore: alla fine, tra i cadaveri, sono stati trovati i due italiani. La versione del combattimento nella fattoria si confonde con quella rilanciata anche da Roma per cui gli italiani sarebbero stati colpiti durante un trasferimento in auto. Secondo altri, gli ostaggi potrebbero essere stati uccisi dagli stessi militanti dell’Isis nel momento in cui si sono sentiti accerchiati (Cremonesi, Cds). [Sull’argomento leggi anche il Fatto del Giorno]
Migranti Donald Tusk, presidente del Consiglio europeo, rivolto ai migranti economici: «Non venite in Europa. Non date retta ai trafficanti di esseri umani. La Grecia, come ogni altro Paese europeo, non sarà più un Paese di transito. Dobbiamo aumentare i ritorni dei migranti irregolari in arrivo in Grecia dalla Turchia» (Caizzi, Cds).
Capodanno Per il Capodanno di Colonia, quando centinaia di donne furono molestate, violentate e derubate in strada, sono stati presi molti dei colpevoli: non erano richiedenti asilo, ma migranti (anche di lunga data) in maggioranza nordafricani, oltre che tedeschi. Questa settimana Berlino ha firmato accordi bilaterali con Marocco e Tunisia per il rimpatrio degli indesiderati. Aiuti economici e militari tedeschi vanno in contropartita ai due Paesi (Cds).
Maso Nadia e Laura Maso, sorelle di Pietro Maso che il 17 aprile 1991 massacrò a sprangate i genitori con tre amici a Montecchia di Crosara, hanno denunciato alla Procura di Verona il fratello. Motivo: il messaggio che Pietro Maso ha mandato per errore a una di loro anziché a un conoscente. Nel testo si legge: «Adesso pensaci bene, domani ti chiamo, e se rispondi bene e fai quello che devi fare, o vengo lì e ti stacco quella testa di c… che hai». La denuncia ha indotto la procura di Verona ad aprire un’indagine per tentata estorsione ai danni dell’uomo minacciato. La sorella Nadia racconta anche di averlo visto il 21 dicembre a Telepace, dove lavora, e di averlo trovato «completamente cambiato - si legge nell’esposto - in uno stato confusionale di onnipotenza, con deliri euforici». Inoltre, negli ultimi mesi del 2015, trascorsi da Maso in Spagna, le era giunta notizia che avesse «fatto uso di parecchia cocaina». La denuncia ha irritato Maso, il quale, in un paio di telefonate a monsignor Guido Todeschini, sua guida spirituale, e alla moglie separata Stefania Occhipinti, dice: «Sulle mie sorelle devo finire il lavoro di 25 anni fa». Le due donne sono state messe sotto protezione (Pasqualetto, Cds).
Eradità Carolina Rosi, figlia di Francesco Rosi, attrice, moglie del defunto Luca De Filippo, ha ricevuto l’eredità dei diritti sulle opere (57) di Eduardo De Filippo, oltre alla presidenza della Fondazione a lui intitolata e alla direzione della compagnia del marito. Precisa che gestirà tutto, ma i proventi economici saranno di Luisella, Tommaso e Matteo, i figli di Luca De Filippo: «Noi due non ne abbiamo avuti, loro sono anche figli miei, sono giovani e hanno sicuramente più bisogno di me. A me bastano i progetti, che sono tanti» (Bandettini, Rep).
Archivio Bob Dylan ha ceduto seimila pezzi del suo archivio personale, fatto di documenti e pagine scritte da lui, all’università di Tulsa, in Oklahoma. Saranno presto consultabili da studiosi e appassionati. Secondo il New York Times, a sostenere il grosso della cifra spesa per acquisire il materiale, tra i quindici e i venti milioni di dollari, è stata la fondazione del miliardario democratico George Kaiser (Castaldo, Rep).
Brevetti Secondo il rapporto dell’Epo, l’Ufficio europeo dei brevetti, nel 2015 le richieste di brevetto italiane sottoposte allo European Patent Office sono aumentate del 9%, più del doppio rispetto alla media globale (+4,8%). Società e inventori italiani hanno inoltrato 3.979 richieste di brevetto contro le 3.649 del 2014. Per quattro anni consecutivi c’era stato un calo costante. L’Italia ora è decima nella classifica delle richieste di brevetto (la Germania, prima, ne ha presentate più di 24mila). L’incremento dei brevetti italiani riguarda principalmente il settore dell’informatica, a +76%. Segue la comunicazione digitale (+59%), la farmaceutica (+54%) e i sistemi di misurazione (+47%). La maggior parte delle richieste in termini assoluti, invece, riguarda la movimentazione (imballaggi, sistemi di trasporto, container), l’ingegneria civile e i trasporti. La società italiana con più richieste è stata Indesit (107), seguita da Fiat-Fca (84) (Giovannini, Sta).
(a cura di Daria Egidi)