ItaliaOggi, 16 febbraio 2016
Se per ribaltare il caso Ustica basta un documentario tv
Pensare che dopo 2 milioni di pagine di documenti, 4 mila testimoni, 155 perizie, un’ottantina di rogatorie internazionali, 300 miliardi di lire di spese processuali, basti un documentario tv, centrato sulle sole cose che contano, per ribaltare sentenze penali impettite ma anche inconsistenti, è terrificante. La tesi che ha portato alla sentenza su Ustica era che il velivolo era precipitato perché, nella toilette di coda, era stato posto un ordigno. Sennonché, dal materiale raccolto dal fondo del mare e per fortunata fotografato e archiviato, si scopre che, in un vano di un paio di metri quadrati, non poteva scoppiare un ordigno capace di far precipitare l’aereo ma che, in compenso, lasciava intatta la tazza della toilette. Inoltre, com’è mai possibile che una bomba messa nella toilette che si trova, ripeto, nella coda del velivolo, disintegri la parte davanti del jet, risparmiandone la coda dove, in base alla tesi accusatoria poi accolta nella sentenza, si trovava l’ordigno che è esploso? Che giustizia!