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 2016  febbraio 16 Martedì calendario

Guadagnare venticinque cents a chilometro andando al lavoro in bici. Succederà presto a Milano, Torino, Bologna e Bari

In sella e pedalare, da casa al lavoro, tutti i giorni, macinando chilometri: si guadagna in salute e magari ci si mette in tasca anche un po’ di euro. La svolta green lanciata da Parigi piace a Milano, Torino, Bologna e Bari, che si stanno consorziando assieme a un numero crescente di piccole città, da Pavia a Cremona, Siena, Novara. L’idea è di seguire l’esempio francese: rimborsare 0,25 euro al chilometro, oppure offrire sconti a chi rinuncia ai motori e sceglie la bicicletta per gli spostamenti casa-ufficio. C’è chi propone in premio abbonamenti ai mezzi pubblici o alla piscina, chi un check-up medico in regalo: il denominatore comune è il voucher come incoraggiamento per i ciclo-lavoratori. Quale, si vedrà «anche in base alle risorse», dice Davide Pellegrino, dirigente generale del Comune di Bari.
A dare impulso a questa strategia green c’è il tesoretto di 35 milioni di euro messo a disposizione dal governo per i progetti di mobilità sostenibile in aree sopra i 100mila abitanti. Le regole su come accedere ai fondi devono essere ancora scritte, ma un gruppo di città prepara il piano da presentare al ministero dell’Ambiente per concorrere al bando.
«Abbiamo tutti necessità di promuovere pratiche di mobilità ecologica – spiega l’assessore milanese Pierfrancesco Maran – Così abbiamo pensato di muoverci insieme e, per esempio, studiare una App che potrebbe essere uguale in tutte le città che aderiscono all’iniziativa. La App avrà il compito di certificare gli spostamenti casa-ufficio e calcolare la media al chilometro». L’obiettivo è scoraggiare i furbetti e poter avere un controllo sui percorsi da rimborsare. «Sul mercato – prosegue l’assessore alla mobilità di Palazzo Marino – esistono già diverse applicazioni per i cellulari che col Gps leggono itinerari, calorie spese e la media di viaggio eccetera, quindi pensiamo di sfruttare questa tecnologia, magari con qualche modifica».
Il gestore di telefonia mobile Coop Voce ha una App che si chiama Vivibici ed è stata sviluppata in collaborazione con la Fiab (Federazione italiana amici della bicicletta). Chi la scarica e ha un particolare abbonamento, ha la possibilità di convertire i chilometri percorsi in bici (e anche a piedi) in traffico telefonico gratuito: ogni chilometro 1 minuto di chiamate e 5 megabyte, con un tetto massimo di 200 chilometri al mese). «Ci hanno contattato diverse città e aziende interessate a modificare la nostra App per vari progetti di mobilità», spiega Lucio Agiroffi, responsabile marketing di Coop Voce.
Nel frattempo c’è chi gioca d’anticipo e con risorse proprie, comincia il test sul campo: a Massarosa, piccolo centro della Versilia, in provincia di Lucca, 35 persone dal 1° marzo andranno da casa al lavoro in bici, percorso minimo un chilometro: ogni tre mesi si vedranno rimborsare la fatica in contanti. Qualcuno ha già cominciato. Tetto massimo di possibile guadagno 50 euro al mese. Il progetto si chiama “Bike to work” e Massarosa ha stanziato 50mila euro per il 2016. In molti si affacciano al “laboratorio” toscano per capire come funziona. Il problema è calibrare bene regole e premi: Torino sta pensando, vista l’espansione del bike sharing, di permettere anche a chi non possiede una bici, ma la affitta, di partecipare. Spiega Enzo Lavolta, assessore alla Mobilità: «C’è molto interesse da parte delle aziende, Fiat compresa. Convocheremo una riunione con i mobility manager nei prossimi giorni per parlare di proposte, regole e previsioni di spesa». Le città sotto la soglia dei 100mila abitanti pensano ad alleanze e a progetti comuni per non restare escluse dai finanziamenti.