Corriere della Sera, 14 febbraio 2016
Con il petrolio sono caduti gli investimenti. Guardiamo i numeri
Nella finanza mondiale è in corso un evidente grande riallineamento, che le Borse stanno registrando con enorme volatilità. L’elemento straordinario di questo passaggio è che le ragioni che lo determinano sono molte e sono venute a maturazione, o perlomeno alla luce, tutte assieme: non ce n’è una che spieghi tutto. Risultato: la confusione è senza precedenti. Nella cacofonia di voci interpretative è andata persa una teoria alla quale varrebbe forse la pena prestare attenzione: la caduta di investimenti provocata inizialmente dal crollo del prezzo del petrolio – da oltre cento dollari al barile a meno di 30 – e delle materie prime e poi riverberata in altri settori, non solo quelli legati all’energia.
Una ricerca realizzata dalla società di consulenza Grant Thornton ha rilevato che, a livello globale, le quota netta di imprese che l’anno scorso contavano di aumentare i loro investimenti in impianti e macchinari è scesa al 30%. Nel 2008 erano il 39% e dopo il crollo del 2009 dovuto alla crisi finanziaria erano risalite sopra al 30% (35% nel 2014). Con ogni probabilità, viste le incertezze del momento, i piani di investimento si stanno riducendo ulteriormente, cancellati o rinviati. Le intenzioni di investimento in Ricerca e Sviluppo per il 2016, per dire del clima prevalente, negli Stati Uniti erano già crollate del 19% l’anno scorso, al 16% totale delle imprese investigate da Grant Thornton. A livello globale, il 31% delle imprese intende assumere lavoratori, ma il quadro non è omogeneo: si va dal 44% dell’America del Nord e dal 53% dell’Africa al 26% dell’Eurozona. Stesso discorso per le aspettative sui profitti. In India il 76% delle imprese crede che cresceranno, nel Regno Unito il 63%, negli Stati Uniti il 49%. In Cina, però, solo il 12%. In Francia, i business che pensano che i loro profitti caleranno superano quelli che se li aspettano in crescita del 4%, in Giappone addirittura del 18%. Visti gli eventi degli ultimi giorni, c’è da aspettarsi che le cose andranno peggio.
Nel mondo delle imprese è insomma in corso un riallineamento delle aspettative di crescita, in molte aree segnato da una riduzione delle attese. Combinato con altre forze poderose – crescita eccessiva dei valori di Borsa gli anni scorsi, banche sempre meno redditizie, incertezze normative e soprattutto geopolitiche – la caduta degli investimenti aiuta forse a capire cosa sta succedendo nei mercati.