Corriere della Sera, 14 febbraio 2016
Breve cronologia del caso Regeni
Cosa è accaduto la sera del 25 gennaio scorso, quinto anniversario della rivoluzione egiziana e giorno della sparizione di Giulio Regeni? Chi ha scaricato il suo cadavere, nove giorni dopo, sull’autostrada che collega il Cairo ad Alessandria?
25 gennaio: ore 17.30
Mohammed El Sayed, avvocato che divide con Giulio e con Juliane Schoki, insegnante tedesca, l’appartamento al terzo piano di una palazzina di Dokki, esce di casa. «Giulio leggeva nella stanza all’ingresso», dice al Corriere.
Ore 18.52
Amr Assaad, ex ricercatore e ora curatore di mostre, riceve un sms da Giulio. «Dottore, sai cosa si fa per il compleanno del dottor Hassanein oggi?». Hassanein Keshk è un intellettuale della sinistra e un’autorità sui movimenti sindacali. Amr vede il messaggio un’ora dopo.
Ore 19.40
Gennaro Gervasio, professore di scienze politiche all’università britannica del Cairo, chiama l’amico Giulio. «Mi ha detto che si sarebbe mosso da casa verso le 20 per raggiungere la fermata della metro di Dokki». Si erano dati appuntamento vicino piazza Tahrir, dove viveva Gervasio, per andare insieme in taxi a Giza, a trovare Keshk, malato, che faceva il compleanno.
Ore 19.51
Amr chiama Giulio: cellulare staccato. Alle 20:18 e alle 20:23 lo chiama Gervasio non vedendolo arrivare: squilla a vuoto. Alle 20:25 è muto. Non verrà più riacceso e, a detta degli inquirenti egiziani, nemmeno ritrovato. L’ultima volta, è localizzato a Dokki.
Tra le 22.30 e le 23
Gervasio contatta l’ambasciatore italiano Maurizio Massari sul cellulare, e quest’ultimo si attiva con le autorità locali.
26 gennaio
Gervasio fa denuncia al commissariato di polizia. Contatta l’avvocato per i diritti umani Malek Adly che cerca Giulio in carceri e ospedali, invano.
29 gennaio
Amr è convocato al commissariato di Dokki. Gli chiedono come mai uno straniero si interessasse ai sindacati egiziani e (più volte) se Giulio fosse gay.
30 gennaio
I genitori di Giulio arrivano al Cairo. Trovano i suoi effetti personali, compreso il computer, nella sua stanza a Dokki. Nessun investigatore egiziano è andato a prenderli. Quattro negozi sulla via Al Ansar che Giulio avrebbe percorso fino alla metro hanno telecamere, secondo il New York Times, ma le cassette non vengono richieste dalla polizia e vengono cancellate.
31 gennaio
La Farnesina dà notizia della scomparsa di Regeni. Gli amici fanno partire una campagna via Twitter #whereisGiulio.
3 febbraio
La ministra per lo sviluppo economico Federica Guidi, in visita con 60 imprenditori, incontra il presidente Al Sisi. Alle 19.30, Massari informato dalle autorità, va dai genitori a dar notizia del ritrovamento del cadavere, poi si annulla la visita.
4 febbraio
Il cadavere è stato scaricato sulla parte superiore di un cavalcavia sull’autostrada tra Il Cairo e Alessandria, a 25 chilometri dal centro. L’ipotesi del capo delle indagini di Giza è: incidente automobilistico. Ma non ci sono tracce di frenate, di vetri, di sangue, né di ripulitura. Il capo delle indagini ha precedenti per torture.
6 febbraio
L’autopsia italiana conferma le torture e dichiara il «decesso per la frattura di una vertebra cervicale causata da un violento colpo».
11 febbraio
Un supertestimone dichiara di aver visto agenti in borghese prendere Giulio:uno di loro, giorni prima avrebbe fatto domande su di lui nell’appartamento di Dokki. Ma il coinquilino El-Sayed dice al Corriere che nessun agente ha mai bussato a casa loro.