la Repubblica, 14 febbraio 2016
Se Mario Monti diventa un eroe del web perché in ospedale fa la fila come tutti gli altri
Mario Monti fotografato mentre fa anticamera in ospedale “come gli altri” è diventato una specie di eroe del web. Lo spregio per “i politici”, considerati una massa di scrocconi privilegiati, eleva a gesto eccezionale un comportamento normale. Forse sarebbe equo (anche se impopolare) fare presente che non tutti gli uomini di potere vanno al bar con la scorta o superano l’ingorgo a sirene spiegate sulla corsia di emergenza. Ho visto la signora Prodi, quando il marito era a Palazzo Chigi, fare la coda alla biglietteria della stazione di Bologna, ho incontrato Rodotà che aspettava impavido il suo turno in una rosticceria romana molto gremita, mi è stata segnalata Rosy Bindi al suo paese con le borse della spesa. L’abuso del proprio ruolo di potere (e dei soldi pubblici) è diffuso ma non generalizzato. C’è chi ha destinato all’università della moglie o alle multe del figlio i soldi del partito, c’è chi alla politica ha devoluto e ancora devolve tempo e quattrini. Ci sono, tra i politici, fior di burini che gongolano al solo pensiero di avere l’auto blu e la scorta, e fior di servitori dello Stato. La stessa dicitura “i politici” non ha molto senso, equivale a dire “i cantanti” o “gli ingegneri” o “i giornalisti”. Si capisce che l’esemplarità del ruolo imporrebbe comportamenti specchiati. Un politico che si arroga privilegi castali è doppiamente colpevole, perché scredita le istituzioni e scrocca quattrini pubblici. Ma il basso profilo e la correttezza formale, se non sono la norma, non sono neppure l’eccezione. Dunque non dovrebbero fare notizia.