la Repubblica, 13 febbraio 2016
Naomi Campbell dice di aver cambiato vita
La famosa falcata è appannata da un problema all’anca, ma lei è sempre di una bellezza irreale. Naomi Campbell accavalla due gambe infinite accomodandosi sulla poltrona senza scoprire nulla di quel poco che nasconde la minigonna d’oro. Issata sugli stivali da dominatrice, è una gigantessa dagli occhi dolci preceduta da una fama burrascosa: scenate, lanci di spazzola, risse sulla British Airways e diverse accuse di aggressione concluse in tribunale. Il corpo immortalato su più di 500 copertine di moda, arriva come al solito in ritardo – due ore e mezza – ma riconciliata con il proprio passato bilioso, si scusa e si concede ai selfie dei fan rimasti ad aspettarla sotto la pioggia di una grigia mattinata milanese.
La seconda vita di Naomi, iniziatata dopo i quarant’anni, le ha regalato serenità e una nuova carriera. Il manichino di lusso si è trasformato in una creatrice e in un’attenta manager di se stessa. Più paziente, forse pacificata, per Yamamay ha firmato una linea che porta il suo nickname: «Non mi sarei mai immaginata che proprio a questa età mi sarei permessa quello che prima mi sembrava impossibile: una riconciliazione con le mie forme, un talent show dove ho potuto condividere la mia esperienza con modelle in erba e tanto lavoro in tv». Il rehab nel ‘99 per disintossicarsi da coca e alcol è un ricordo lontano, ora è vegetariana, pratica pilates e sorseggia infusi e centrifughe.
Col tempo, ho acquisito una diversa consapevolezza del mio corpo. Mi accetto di più. Prima mi metteva a disagio posare in lingerie e il paradosso è che è stato più semplice proprio adesso che ho 45 anni. Ho lavorato senza fermarmi per trent’anni – non so da quanti aerei sono salita e scesa – posando e e sfilando mentre la concorrenza si faceva sempre più dura e le richieste crescevano. Ora voglio concedermi delle pause, pensare di più a me stessa, come persona, ma sono contenta di potermi esprimere anche in campi diversi e dimostrare che ci si può rinnovare costantemente, inventare nuovi progetti che non siano solo sfilate o servizi fotografici». La più felina delle top model è arrivata da New York per presentare la nuova collezione di lingerie dopo che la prima, lanciata a Natale, è stata polverizzata in qualche settimana anche grazie alla forza del suo nome.
Accarezza quello che ha ideato: reggiseni in pizzo e guêpière, mutandine hot e vestagliette da notti infuocate. «Le donne dovrebbero sentirsi sexy per se stesse e non per un uomo. Ho disegnato dei capi che rispecchiano la mia personalità»: pantaloni trasparenti foderati solo fino alla curva del sedere, completini e body da Milf per sottolineare una femminilità aggressiva, sensuale e consapevole. Un messaggio per le tante donne escluse dal cinema e dalle passerelle perché considerate vecchie a trent’anni e per tutte le comuni mortali che si sentono ancora attraenti anche se non frequentano più il liceo.
Dopo il “voglio cambiare” e le lacrime da Oprah Winfrey del 2011, Naomi Campbell ha vinto le sue paure sorretta da una grande fede e rincorso la tranquillità passando un mese in India a praticare yoga, facendo immersioni, imparando a sciare, eliminando dalla dieta la carne in favore di cibi salutari, frutta, verdura e tisane.
Per quanto abbia ancora un corpo statuario, e una fisicità che riempie lo spazio come nessuna, non c’è intervista a Naomi che sorvoli una domanda sul fine carriera: «Perché dovrei smettere? Sono incapace di fermarmi, non c’è nessun motivo. A 70 anni avrò terminato con la lingerie e le sfilate? Allora mi immaginerò qualcosa d’altro. La moda è l’ombrello, sotto ci sono il canto, la recitazione e molto altro.
Mi piace prendermi cura degli altri come mi ha consigliato di fare Nelson Mandela, vorrei occuparmi ancora di più di chi soffre, di profughi e rifugiati. Quando faccio beneficenza, vado a verificare di persona che le promesse fatte siano state mantenute». In passato Naomi aveva tentato qualche incursione nel grande schermo, ma erano solo piccole parti cameo da
Pret- à- porter di Robert Altman a Girl 6, sesso in linea di Spike Lee. Di recente, l’accelerazione in tv («non è una sorpresa fantastica alla mia età?») nel talent show americano The Face e in American Horror Story.
Anche in ruoli al limite, come la cougar nella prima serie di Empire, e il matrimonio con un’altra donna nella seconda stagione andata in onda da poco su Fox Life. Se nello schermo seduce un ragazzo, nella realtà i suoi amori sono stati Mike Tyson e Joaquìn Cortes, Leonardo di Caprio e Matteo Marzotto, fino al magnate russo Vladimir Doronin, una relazione interrotta tre anni fa dopo la scoperta di una moglie ufficiale.
Nata a Londra nel 1970 e allevata dalla madre giamaicana, la “Pantera nera” non ha mai conosciuto il padre ed è cresciuta in un’epoca in cui una modella di colore non poteva sperare la stessa carriera di una bianca.
Quelle che potevano apparire come debolezze si sono trasformate nei suoi punti di forza: è stata la prima top model nera ad apparire sulla copertina di Vogue Francia e ha avuto diversi padri sostitutivi: «Non ho mai usato la scusa del razzismo per giustificare la mancata riuscita di un obiettivo. Quello che ho avuto l’ho raggiunto seguendo altre strade. Anche se non ho mai conosciuto mio padre, Dio mi ha benedetta in molti altri modi: sono stata fortunata ad avere accanto a me delle persone meravigliose che mi hanno incoraggiato e aiutato, da Gianni Versace a Yves Saint Laurent e Azzedine Alaïa, da Nelson Mandela al produttore Chris Blackwell. Non so se sono un esempio per le modelle di colore di oggi, ma ne ho parlato con Iman e Bethann Hardison (che sfilava negli anni 60): è molto importante battersi per bilanciare le diversità in tutti i campi. A me non interessa lamentarmi ma andare avanti. Quando sono scesa all’aeroporto di Malpensa ho visto una pubblicità di un paio di occhiali da sole indossati da bellezze di varie etnie. Questa sì che è una conquista. Sono curiosa di vedere se alla prossima fashion week milanese ci saranno, oltre a russe e asiatiche, anche donne mediterranee, sudamericane e africane».
Il tempo che passa le fa paura? «No, sono ottimista e non temo il futuro. Non tutti i giorni sono perfetti o memorabili, ma penso ai progressi che ho fatto e sono subito più serena». E il figlio mai arrivato? «Quello che vuole Dio a me va bene».
Gli occhi si velano, ma è un attimo. Poi si alza, i fan sono ancora fuori. La giostra continua.