La Stampa, 13 febbraio 2016
La professoressa che ha donato il suo fegato a 94 anni
Anche a 94 anni si può salvare la vita di un’altra persona. L’ha fatto Virginia Bartoli, professoressa originaria della Valle Antigorio, classe 1922, donando il suo fegato: un’età da record per un espianto d’organo, reso possibile dall’équipe medica del professor Mauro Salizzoni della Città della Salute di Torino. La donna è morta mercoledì sera per un’emorragia cerebrale all’ospedale San Biagio di Domodossola, ma il suo organo continuerà a vivere in una 61enne napoletana, impiantata giovedì mattina alle Molinette di Torino. «Era da tanto che aspettava il trapianto, non le sarebbe rimasto molto da vivere», rivela Salizzoni: «L’intervento può ritenersi tecnicamente riuscito. La paziente ora si trova in terapia intensiva ma entro una settimana potrà tornare a casa».
Organo senza età
«Il fegato è uno dei pochi organi che, a un’età così avanzata, può essere utilizzato per il trapianto», spiega Pasquale Toscano, coordinatore ospedaliero dei prelievi dell’Asl del Verbano Cusio Ossola. Il 22% dei donatori ha infatti più di 75 anni. «Uno dei fegati che ho trapiantato quindici anni fa quest’anno compie 106 anni», afferma Salizzoni: «In Piemonte non abbiamo mai avuto un donatore così anziano, ma se non avessi saputo l’età della signora, guardando solo il suo fegato, non l’avrei mai detto. L’organo risultava biologicamente giovane e perfettamente funzionante», e ora ha cambiato la vita a un’altra donna, affetta da carcinoma da epatite C. «Non ci sorprende che l’organo della 94enne fosse in perfetta salute: se viene trattato bene, il fegato è programmato per superare l’età biologica», afferma il professor Antonio Amoroso, direttore del Centro trapianti della Città della Salute. La donazione è stata possibile «grazie a un fattore genetico, ma anche per lo stile di vita sano attuato dalla donna. Non fumare, tenere sotto controllo il peso, svolgere regolare attività fisica sono azioni che tutti conoscono per mantenersi in salute, anche se troppo spesso vengono sottovalutate». Quando si parla di fegato «si pensa subito all’alcol, ma bere fa male solo se si esagera. È comprovato che un bicchiere di vino rosso al giorno è salutare», conclude Amoroso.
Una vita per la cultura
La scelta della donazione è spettata ai parenti più prossimi di Virginia Bartoli. «Lo avrebbe senz’altro voluto», ha commentato il nipote interpretando le volontà della professoressa, molto conosciuta a Ossola. I 94 anni li avrebbe compiuti fra due settimane, il 27 febbraio: era stata insegnante di lettere alle scuole medie di Domodossola, poi a Verbania e Milano. Aveva adottato lo pseudonimo di Rachela per mantenere l’anonimato e vestire i panni di una «vecchina di paese» con tante cose da raccontare. Poi è uscita allo scoperto e ha scritto articoli e saggi di storia locale, tramandando le tradizioni della Valle Antigorio, firmando composizioni in dialetto e dando il contributo per l’Almanacco storico ossolano.