La Stampa, 13 febbraio 2016
Ora Schäuble ha paura di finire come Tsipras
È uno scenario da brividi, quello tracciato dal ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble: i conti della Germania rischiano di finire fuori controllo e, nel peggiore dei casi, il suo debito pubblico potrebbe superare entro il 2060 la soglia del 200% del Pil. L’allarme è contenuto in un documento, anticipato dall’Handelsblatt, che Schäuble presenterà mercoledì in consiglio dei ministri. A titolo di paragone: il rapporto debito/Pil della Germania è oggi al 70,7%, quello della Grecia al 175%. Se non risparmierà in modo rigoroso, spiegano al quotidiano fonti del governo, Berlino rischia di ritrovarsi nel lungo periodo in una situazione simile a quella greca.
I tecnici del ministero elaborano in ogni legislatura un rapporto sulla sostenibilità delle finanze pubbliche. Si tratta di una serie di scenari ipotetici più che di una vera e propria previsione, che del resto non risulterebbe molto affidabile su un periodo tanto lungo. Che ad esser stato diffuso sia ora lo scenario più pessimistico tra quelli contenuti nel documento non sembra casuale: Schäuble agita lo spauracchio del debito fuori controllo, un’ipotesi inquietante sia per la politica che per gli elettori, per richiamare alla disciplina di bilancio i suoi colleghi, proprio alla vigilia dell’inizio delle trattative sulla Finanziaria 2017. In questi giorni due ministri socialdemocratici hanno avanzato desiderata non da poco: la responsabile del Lavoro, Andrea Nahles, ha chiesto 450 milioni di euro in più per l’integrazione dei rifugiati, mentre il ministro dell’Edilizia, Barbara Hendricks, ha proposto di investire 1,3 miliardi in un programma di edilizia popolare e sviluppo urbano, per far fronte all’arrivo di oltre un milione di profughi.
Più che di tali richieste, in realtà, Schäuble sembra occuparsi concretamente della stabilità del sistema bancario tedesco, dopo il tonfo in Borsa di Deutsche Bank nei giorni scorsi. Ieri il ministro è tornato, per la seconda volta in una settimana, a riaffermare la sua fiducia nel primo istituto tedesco, che ha annunciato di voler ricomprare titoli per quasi 5 miliardi: si tratta di una banca forte, che ha abbastanza capitale, ha detto Schäuble da Bruxelles. In generale il calo dei titoli bancari è esagerato, i fondamentali sono a posto, ha continuato. A lanciare lo stesso messaggio è anche Andreas Dombret, che nel board della Bundesbank si occupa di vigilanza bancaria. La capitalizzazione degli istituti tedeschi, ha detto alla Bild, è migliorata negli ultimi anni, l’attuale situazione non è paragonabile alla crisi del 2008. Il guaio, ha aggiunto Dombret sullo Spiegel, è semmai quello di una «zombificazione» del settore bancario, a cui andrà posta fine: i bassi tassi di interesse rappresentano un grosso problema, visto che non c’è stato un consolidamento strutturale del mercato e molte banche sopravvivono tenendosi aggrappate alla Bce. Un tema, quello dei tassi, che Schäuble vorrebbe affrontare al G20 dei ministri delle Finanze di fine mese, alla presenza dei governatori centrali, sollecitando una svolta nella politica monetaria e chiarendo che, in sua assenza, si rischiano nuove bolle sui mercati. Il ministro tedesco giudica fallito il tentativo di generar crescita stampando moneta e ritiene che la politica espansiva stia manifestando i suoi limiti.
Intanto, mentre l’economia tedesca continua a crescere moderatamente (+0,3% nel quarto trimestre 2015), segnali positivi arrivano da Commerzbank, che l’anno scorso ha quadruplicato l’utile a oltre un miliardo e, per la prima volta dal 2007, pagherà un dividendo. Buone notizie per Schäuble: la Germania è il primo azionista unico, col 15%.