la Repubblica, 12 febbraio 2016
Catalogo dei problemi che aspettano Diego Piacentini, nuovo commissario per l’innovazione
Diego Piacentini, vicepresidente di Amazon, lo scrive a chiare lettere nel comunicato della sua azienda. «Essere innovativi vuol dire non farsi ossessionare dagli obbiettivi a breve termine e mettere sempre al primo posto l’utente. Ed è quello che ho intenzione di fare in Italia». Già, perché sarà proprio lui che dal 17 agosto vestirà i panni di commissario straordinario per l’innovazione per conto della Presidenza del Consiglio. Siederà nella cabina di regia che traghetterà il nostro Paese verso il digitale. Ha gestito operazioni di una complessità non indifferente, lo sbarco di Amazon in India ad esempio. Ed è quel che deve esser piaciuto a Matteo Renzi quando lo ha incontrato nella Silicon Valley nel 2014. Fino a convincerlo ad abbandonare per due anni la sua azienda, e un’entrata di oltre sei milioni di dollari, per lavorare per la Presidenza del Consiglio pro bono. È stato chiamato per sovraintendere la messa in atto dei quattro punti della strategia sul digitale presentata a novembre. Dalla banda ultra larga, all’alfabetizzazione digitale, passando per il loro traghettamento delle nostre aziende verso l’industria 4.0 e l’Internet delle cose, fino alla creazione di un sistema operativo per la pubblica amministrazione.
UN NOME DIGITALE PER TUTTI
Si chiama Italia Login ed è uno dei punti più importanti per i cittadini. Oggi ci sono cinquantamila siti web della pubblica amministrazione e centomila diverse modalità di accesso. Italia Login sarà una piattaforma unica, consultabile anche da smartphone per la scuola, il lavoro, l’impresa, il fisco, la salute, l’auto. Ogni italiano avrà la sua identità digitale, fin dalla nascita, con la quale accedere ai servizi pubblici. Con tanto di notifiche inviate allo scadere di richieste e pagamenti. Poco importa che sia l’Imu o il bollo. “Un sistema innovativo a prova di futuro”, in grado di superare le varie evoluzioni tecnologiche senza invecchiare. Il costo previsto è di 750 milioni.
LA BANDA ULTRA LARGA
Internet ultra veloce, anche grazie all’accordo dei giorni scorsi fra Stato e Regioni, dovrebbe arrivare entro il 2020 negli ottomila comuni esistenti, compresi quelli remoti dove le aziende di telecomunicazione non hanno interessi ad ammodernare le infrastrutture. Dodici miliardi di euro, dei quali sette pubblici. Manca ancora il via libera di Bruxelles, ma dovrebbe arrivare a breve. «L’obbiettivo è annunciare il 29 aprile nell’Internet Day, il trentesimo anniversario dell’arrivo della Rete in Italia, la partenza concreta del piano», racconta Riccardo Luna, che nella veste di Digital Champion, sta lavorando all’evento.
L’ALFABETIZZAZIONE DIGITALE
Attualmente 23 milioni di Italiani, il numero più alto in Europa, non accedono al Web. Nel 2020 di questo passo saranno poco meno di 20 milioni. Per rimediare le armi sono essenzialmente due. La prima è il Piano Nazionale Scuola Digitale del Ministero dell’Istruzione. Un animatore digitale per ogni scuola, con il compito di diffondere la conoscenza e l’uso della tecnologia fra studenti e insegnanti. Un miliardo di euro stanziato per progetti ad alto contenuto di innovazione nelle scuole. Gli animatori, già nominati a gennaio, avranno un periodo di formazione di due mesi. Il secondo strumento sarà la Rai. Nel prossimo piano industriale, non solo nuovi modelli di business alla Neflix ma anche programmi dedicati all’alfabetizzazione sul modello della serie della Bbc “Make it Digital”.
L’INDUSTRIA DEL FUTURO
Il piano verrà presentato dal Ministero dello Sviluppo Economico con ogni probabilità a marzo. Si tratta dell’automazione dell’industria. Dai prototipi realizzati con stampanti 3D, all’utilizzo di sensori nella produzione e nella distribuzione. Ottimizzando i processi, aumentando efficienza e competitività. L’Internet delle cose su larga scala. In fatto di “fabbriche intelligenti” l’Italia è indietro. Sette aziende su dieci non hanno ancora fatto nulla in merito. Da questo punto di vista è facile immaginare l’apporto che Diego Piacenti potrà dare, avendo lavorato in una delle multinazionali con il più alto tasso di automazione al mondo.