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 2016  febbraio 11 Giovedì calendario

I rumeni a Roma sono 80 mila. Saranno decisivi per l’elezione del nuovo sindaco?

La comunità cinese di Milano, come soltanto ItaliaOggi ha spiegato e documentato, si è interessata non per la prima volta dei prodromi elettorali per decidere sul primo cittadino.
Ci sono ben altre collettività che potrebbero influire sul voto amministrativo. Sono i cittadini di uno Stato dell’Ue che si siano iscritti nelle liste elettorali aggiunte presso il comune di residenza, acquisendo così il diritto di voto e di candidatura per le elezioni amministrative (c’è anche il caso delle europee, che oggi non rileva).
È una possibilità scarsamente conosciuta e poco praticata dagli stranieri comunitari (agli extracomunitari, come i citati cinesi ma altresì svizzeri, statunitensi e ovviamente africani, la legge non consente il voto amministrativo).
I numeri dei comunitari presenti in Italia fanno tuttavia riflettere, specie riguardo ai romeni. Nella penisola i cittadini della Romania superano ampiamente il milione.
Guardiamo a Roma: sono più di 80mila. Poiché i votanti, al primo turno delle ultime comunali (maggio 2013), erano quasi 1.250.000, emerge chiara l’influenza che essi potrebbero esercitare.
In quelle elezioni non molti erano iscritti, comparativamente con la possibile base elettorale: quasi 4.500. Il numero, però, era tutt’altro che insignificante rispetto ai votanti al corpo elettorale complessivo: oltre il 3% dei votanti.
Se un partito decidesse di farsi propaganda presso i «romeni de Roma», anche sollecitandoli all’iscrizione nelle liste elettorali aggiunte, potrebbe ricavarne vantaggi perfino decisivi, qualora lo scontro finale si misurasse in poche migliaia di voti di differenza. Il discorso vale, ovviamente ridimensionato, per altre comunità straniere e per altre città.
Finora sono emersi in numero limitato i candidati alla ricerca di suffragi fra i cittadini comunitari, ma i tentativi non sono mancati.
Hanno operato nelle più diverse maniere: accordi con partiti romeni collegati in Europa, rapporti con i sindacati, interventi presso qualche funzionario di patronato, relazioni tenute con esponenti in vista della comunità interessata, sondaggi presso il clero.
Il caso dei cinesi alle primarie di Milano ha confermato, andando ben oltre gli aspetti polemici e folcloristici, che gli stranieri possono intervenire nella politica locale.
A maggior ragione potrebbero influire in un’elezione comunale. Ne sono esempio le candidature di comunitari, posto che sussiste il diritto di elettorato passivo, sempre limitatamente alle comunali e circoscrizionali.
Le elezioni per le circoscrizioni (denominate municipi in Roma Capitale) sono, anzi, tradizionali occasioni per forti campagne personali dei candidati. In questo caso, un candidato di una comunità straniera può provocare una mobilitazione che, pur limitata, è suscettibile di conseguenze nella conquista di seggi e perfino di maggioranze.