11 febbraio 2016
A Piazza Affari raffica di rialzi dei titoli bancari • In New Hampshire vincono Trump e Sanders • Un altro rinvio sulle unioni civili • Tre giorni prima della sparizione di Giulio Regeni nel suo palazzo era arrivata la polizia • Arrestato un monsignore che chiedeva soldi a fini umanitari ma li spendeva in ville • I giapponesi vogliono la Peroni
Banche Anche grazie alle parole di Janet Yellen, presidente della Federal Reserve, che ieri al Congresso ha dichiarato di voler posticipare il previsto aumento dei tassi d’interesse, Piazza Affari ha recuperato il 5,03%. A trainare il riscatto sono stati soprattutto i titoli bancari, falcidiati dalle vendite nelle ultime sedute per i timori degli operatori sulla (presunta) incapacità degli istituti di ripagare gli investitori in caso di difficoltà di gestione e in assenza di una garanzia europea sui depositi: Intesa guadagna il 14,4%, Unicredit l’11,91%. Bene il Banco Popolare (+11,09%) e Bpm (+9,48%). Balzano anche Ubi (+7,7%) e Mediobanca, che oggi diffonderà i dati degli ultimi sei mesi del 2015 (Savelli, Cds).
Primarie Usa In New Hampshire vincono nettamente i candidati anti-sistema dei due partiti. Bernie Sanders, il senatore socialista eletto come indipendente in Vermont e candidato per le presidenziali coi democratici, ha stroncato col 60 per cento dei voti Hillary Clinton. L’ex first lady ha raccolto appena il 38 per cento in uno Stato che in passato era stato sempre fedele a lei (le regalò una squillante vittoria contro Obama nel 2008) e al marito Bill che proprio qui iniziò la sua scalata alla Casa Bianca. In campo repubblicano Donald Trump col suo 35 per cento ha più che doppiato l’avversario diretto: non Marco Rubio o l’integralista evangelico Ted Cruz, come immaginavano gli analisti, ma il governatore dell’Ohio, John Kasich, che ha conquistato un sorprendente 16 per cento. A giorni si voterà in Nevada e South Carolina, poi il primo marzo voteranno 13 Stati tutti insieme, compresi «pesi massimi» come il Texas e il Massachusetts (Gaggi, Cds).
Unioni civili Oggi ancora dibattito sugli emendamenti, poi, da martedì alle 16,30, i senatori cominceranno a votare il testo che introduce in Italia (buon ultima in Europa, Grecia a parte) il riconoscimento dei diritti alle unioni omosessuali. Un rinvio per non esasperare i toni, per recuperare il dissenso dentro il Pd che vede i cosiddetti cattodem contrari a riconoscere le adozioni alle coppie gay. Su questo punto ieri al Senato c’è stato un duro scontro all’interno del gruppo tra i senatori cattolici (particolarmente polemico è stato il piemontese Sergio Lepri) e il capogruppo Zanda. I primi vogliono libertà di voto e di coscienza su 9 emendamenti modificativi della stepchild adoption; Zanda non vuole concederne più di 3. «Sarebbe danno per tutti - ha detto il presidente dei senatori Dem - se fossimo attori di una deriva verso una roulette». Tuttavia il primo voto di ieri lascia ben sperare i gruppi che, nella loro stragrande maggioranza, sono a favore delle unioni civili. Infatti l’aula del Senato ha respinto l’ordine del giorno Calderoli-Quagliariello che puntava a impedire di passare all’esame degli articoli del ddl Cirinnà. Il risultato è stato lampante: hanno votato contro 195 senatori, a favore 101 (La Mattina, Sta).
Regeni Eddie Saade, uno dei vicini di Giulio Regeni, ha svelato: «Dicono nel palazzo che qualche giorno prima della scomparsa di Giulio, il 21 o il 22, qualcuno della polizia sia venuto qui a chiedere chi ci abitasse per controllare i documenti». Una perquisizione, dunque, o qualcosa di simile, che trova conferma anche nel primo lavoro istruttorio fatto dagli investigatori italiani. Potrebbe essere stato un amico — questa è la convinzione degli investigatori italiani — a raccontare alle persone della riunione riservata dell’11 dicembre tra sindacalisti e attivisti che combattono Al Sisi, alla quale era possibile accedere soltanto per inviti. La presenza di Giulio probabilmente non è passata inosservata: un ricercatore occidentale, che parla arabo, invitato a una riunione semi clandestina può far venire a qualcuno, che poi ha tradito, idee sbagliate (i servizi egiziani giurano però che non avessero il nome di Regeni nei loro database, anche se ieri un quotidiano ha lanciato la notizia che Giulio fosse intercettato, particolare però non confermato da fonti italiane). Se così fosse, quindi, chi ha preso Giulio lo cercava. Nessuna retata casuale. E soprattutto nessuna rapina, come hanno ribadito gli investigatori italiani (Foschini, Rep).
Monsignore Monsignor Patrizio Benvenuti, ex cappellano militare ed ex giudice del tribunale ecclesiastico, è stato arrestato ieri mattina per associazione a delinquere, truffa e riciclaggio, con l’accusa di aver incamerato per se stesso e un po’ di complici le donazioni e gli investimenti di quasi 300 persone, coinvolte nei progetti in teoria umanitari della fondazione “Kepha” che presiedeva. Valore complessivo del raggiro oltre trenta milioni di euro, che i magistrati sperano in parte di congelare dopo aver sequestrato la quattrocentesca Villa Vittoria a Piombino: Leonardo Da Vinci ne progettò le mura dopo avervi soggiornato, mentre Benvenuti la usava sovente come proprio alloggio appartenendo alla fondazione stessa. Sigilli anche ad altri immobili fra Lazio e Toscana. Il sacerdote stava per trasferirsi alle Canarie: aveva già comprato il biglietto (Indice, Sta).
Peroni La Peroni è a un passo dal diventare giapponese. Il gruppo nipponico Asahi pare aver raggiunto un accordo con il gruppo SabMiller per acquisire il brand Peroni e quello olandese Grolsch per 3,5 miliardi di dollari sbaragliando la concorrenza di altri player internazionali che si erano interessati al marchio italiano. Asahi è il brand numero uno giapponese della birra, con una quota del 38%. Si tratta della più grande acquisizione della storia nel campo delle bevande effettuata da una compagnia giapponese. La cessione di Peroni da parte di SabMiller si è resa necessaria dopo che il gruppo anglo-sudafricano è stato acquistato lo scorso autunno dalla rivale belga Ab InBev. Per evitare contestazioni da parte dell’Antitrust europeo, visto che è già in possesso di altri marchi decisamente importanti sul mercato della birra come Corona e Stella Artois, il colosso sudafricano ha dovuto mettere sul mercato i due marchi premium Peroni e Grolsch (valutati circa 1,8 miliardi di euro) (Cds).
(a cura di Roberta Mercuri)