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 2016  febbraio 09 Martedì calendario

La storia di Carolina, la 14enne che si buttò dalla finestra per colpa di un video su Facebook

Le foto che si accumulano sul tavolo della cucina della sua casa di Novara raccontano di Carolina ancora viva. Fiera della medaglia d’oro alla gara di salto in alto. Felice di guardare le stelle nella notte di San Lorenzo nei campi vicino a Lubiana, in Slovenia. Compiaciuta della nuova pettinatura, con la riga da una parte. Ma la realtà prende presto il sopravvento: «Il senso di colpa non mi abbandona – dice il papà, Paolo Picchio —. Purtroppo i genitori spesso sono gli ultimi a conoscere i drammi interiori dei figli. E io non riesco a farmene una ragione: Carolina era venuta a vivere da me da sei mesi (la mamma Leite Colla vive a Oleggio, ndr ). Non ho colto segnali di malessere». 
La voce rotta dal pianto torna al 5 gennaio 2013. Sono le 3 di notte quando Carolina viene trovata senza vita in strada. Suicida a 14 anni dopo un salto nel vuoto di tre piani dalla sua camera. Per colpa di un video diffuso su Facebook e diventato virale. È la prima adolescente morta in Italia per cyberbullismo. 
Ma a tre anni dal dramma, la storia di Carolina va oltre la sua morte e diventa il simbolo della lotta per una Rete più sicura. L’insegnante di musica, Elena Ferrara, eletta senatrice poco dopo la scomparsa della giovane, è la prima firmataria del disegno di legge che vuole contrastare il fenomeno del bullismo digitale (approvato all’unanimità dal Senato il 20 maggio, sarà discusso alla Camera in primavera). E a Carolina sarà intitolato il Centro nazionale di prevenzione su cyberbullismo e attività illegali in Rete, che sarà inaugurato al Fatebenefratelli di Milano. 
La speranza è che almeno non sia morta invano. «Forse durante il processo che inizierà a metà aprile avrò il coraggio di guardare negli occhi gli aguzzini di mia figlia – dice Picchio —. Lo vorrei fare per onorare il suo ultimo desiderio: far sì che si rendano conto del male che hanno fatto. La dignità di un’adolescente è stata massacrata per scherno e con troppa superficialità. È successo a Carolina, poteva capitare a chiunque». 
Il video che ha sconvolto i sentimenti della figlia, Picchio non l’ha mai voluto vedere. È un filmato in cui la giovane viene ripresa con il cellulare a una festa. È ubriaca, in bagno, semi-incosciente e gli amici mimano atti sessuali. Gli autori sono cinque coetanei, tra i 13 e i 16 anni, imputati per violenza sessuale e diffusione di materiale pedopornografico. 
Prima di gettarsi nel vuoto Carolina scrive un post su Facebook: «Scusatemi, non ce la faccio più a sopportare. Le parole fanno più male delle botte. Ma a voi non fanno male? Siete così insensibili?». Pochi giorni fa, il 3 febbraio, le compagne delle medie di Carolina si sono riunite a Oleggio (dove aveva vissuto per anni con la mamma) per la tappa del truck della Polizia postale impegnata nella lotta al cyberbullismo. Il loro messaggio: «Va riempito il vuoto che ci hai lasciato», dicono rivolgendosi col pensiero all’amica. Il modo migliore è lottare perché quel che è successo a Carolina non capiti ad altri.