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 2016  febbraio 09 Martedì calendario

Trump e Salvini si piacciono e presto si incontreranno a New York

È una sorta di asse transatlantico anti-establishment, quello che vedrà riuniti Matteo Salvini e Donald Trump.
Il segretario nazionale della Lega Nord incontrerà molto presto il candidato alla nomination repubblicana, che tanto successo sta riscuotendo tra gli americani proprio per le sue posizioni anti-sistema e bollate come populiste dagli ambienti più moderati, anche repubblicani. Con tutte le debite distinzioni del caso, un po’ quello che accade in Italia con Salvini, a cui Trump non sembra dispiacere. Una simpatia ricambiata a quanto si apprende da fonti ufficiali del NiaPac, il «National Italian American Political Action Committee», il Pac che fa lobbying a Washington in nome degli interessi dell’Italia e degli italo-americani. «L’incontro tra Salvini e Trump ci sarà e dovrebbe avvenire entro la fine del mese», dice Amato Berardi, fondatore del NiaPac e coordinatore delle attività del Pac, uno dei veicoli di campagna elettorale e raccolta fondi più importanti del sistema politico americano.
L’incontro rientra nelle iniziative di cooperazione di cui si occupa il comitato. NiaPac nasce nel maggio 1992 come unico organo politico bipartisan per il sostegno di candidati a Camera, Senato e Casa Bianca, ma anche enti locali e tribunali. «Abbiamo sostenuto Rick Santourm, Rudy Giuliani, Joe Biden – dice Berardi – l’attuale vicepresidente è molto vicino alla comunità italiana». Prima di loro era stata la volta di Bill Clinton, che ha avuto ben 134 persone di origine italiana nella sua amministrazione.
NiaPac ha dato il suo «endorsement» a Rick Santorum, e quindi a Marco Rubio, dopo il sostegno manifestato dal primo nei confronti del senatore della Florida. «Il centro-destra italiano, in particolare la componente moderata ha espresso simpatie per Rubio», dice Berardi, imprenditore e politico nato in Italia, ma che ha vissuto quasi tutta la sua vita a Filadelfia. Nel 2008 viene eletto per la circoscrizione Nord America nel Popolo delle Libertà e pertanto conosce molto bene quegli ambienti.
È stato lui il «broker» per l’incontro Salvini-Trump, «i due vogliono conoscersi meglio su diversi aspetti politici». Anche se ci tiene a precisare che NiaPac è un comitato bipartisan, tanto che ospiterà il centro-sinistra alla Convention democratica di fine luglio proprio nella sua città della Pennsylvania. «Matteo Renzi ha accettato l’invito, in via ufficiosa, ma ha accettato». Ma cosa vi aspettate da Rubio o Trump se saranno eletti? «Chiediamo di nominare persone di origine italiana in ruoli di responsabilità, nella politica, tra i giudici federali che vengono designati dalla presidente, e anche nelle sedi di rappresentanza diplomatica».
Come avvenne nel 1998 quando, su indicazione del NiaPac, Clinton inviò il deputato Tommaso Foglietta a Roma, dove rimase sino al 2002. «L’obiettivo è promuovere la cultura e la lingua italiane nelle scuole e nelle università americane, ma anche intensificare i rapporti bilaterali, economici politici e nella cooperazione militare, anche con la nomina di un “Liason Office” per l’Italia alla Casa Bianca, così come fece Bill Clinton».