Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  febbraio 09 Martedì calendario

Angela Merkel, in visita da Erdogan, lancia messaggi a Putin

Angela Merkel sempre più legata alla Turchia. Spinta dai rifugiati ma anche dall’azione militare di Mosca in Siria che ha provocato morte ad Aleppo e la fuga di migliaia di profughi dalla città. «Sono inorridita dall’emergere della sofferenza umana per decine di migliaia di persone causata dai bombardamenti, bombardamenti innanzitutto dal lato russo», ha detto la cancelliera durante la sua visita, ieri, ad Ankara. Un messaggio non cifrato di condanna nei confronti di Vladimir Putin, inviato dal Paese che in questo momento ha il contrasto più aspro con il Cremlino. Nel mezzo di accordi stipulati tra Berlino e Ankara, tra i quali la richiesta di coinvolgere la Nato nel controllo del flusso migratorio dalla Turchia verso le isole della Grecia.
Frau Merkel è preoccupata per la politica aggressiva di Mosca. Nel governo tedesco, almeno tra i cristiano-democratici, è elevata l’irritazione per le manovre di Putin finalizzate a mettere in difficoltà la cancelliera sulla questione dei rifugiati, aumentate negli ultimi tempi. La convinzione è che il Cremlino voglia fare la sua parte nella speranza che Merkel cada e questo apra ulteriori divisioni, a quel punto difficili da gestire, tra gli europei. La leader tedesca è considerata dal presidente russo l’unica in grado di tenere insieme la Ue sulla questione delle sanzioni contro la Russia: non perde occasione per cercare di metterla in difficoltà. I bombardamenti su Aleppo hanno però indignato la cancelliera e l’hanno spinta ad accusare Mosca di inumanità. Non poco per la leader di un Paese che ha rapporti storici stretti con la Russia e per un governo di coalizione del quale fanno parte i socialdemocratici, molto interessati a mantenere buoni rapporti con Putin.
Durante il viaggio, Merkel ha incontrato il presidente Recep Tayyip Erdogan e il primo ministro Ahmet Davutoglu. Obiettivo: discutere i piani turchi per limitare il flusso di rifugiati verso l’Europa e arginare le tragedie (27 vittime nell’ultimo naufragio nell’Egeo, ieri, tra questi 11 bambini; una piccola di un anno è morta di stenti alla stazione dei bus di Adana, nel Sud della Turchia, dopo aver camminato con la mamma per chilometri), in cambio di tre miliardi che la Ue ha destinato ad Ankara allo scopo. Davutoglu ha assicurato che la settimana prossima informerà Bruxelles sulle iniziative intraprese: permessi di lavoro ai siriani nei campi turchi, maggiore controllo delle coste, pene più severe per chi organizza i viaggi clandestini. Soprattutto, Merkel e Davutoglu hanno concordato «uno sforzo comune» per fare in modo che la Nato intervenga nella sorveglianza del Mediterraneo per limitare le partenze dei rifugiati verso le isole greche. La Turchia sta diventando un alleato strategico della Germania di Angela Merkel.