La Stampa, 7 febbraio 2016
Paolo Macchiarini – quello che per il New York Times due anni fa «era il mago dei trapianti alla trachea» – ora è stato licenziato dalla Svezia con una lettera su Sciences
Due anni fa per il «New York Times» era «il mago dei trapianti alla trachea». Oggi è uno scienziato in cerca di occupazione. Paolo Macchiarini, direttore del centro di ricerca avanzata di medicina rigenerativa del Karolinska Institutet di Solna, la prestigiosa scuola dove ogni anno avviene la cerimonia di consegna dei Nobel per la medicina, dovrà trovare un’altra occupazione. A costargli cara la bufera che lo sta travolgendo in Svezia, dopo la proiezione di tre documentari da parte della tv nazionale Svt1. Protagonisti gli impianti di trachea artificiale da lui effettuati tra la struttura scandinava e il centro di ricerca di Krasnodar, in Russia. Due interventi sarebbero culminati con la morte dei pazienti.
Cacciato
Il Karolinska Institutet non è rimasto in silenzio. E con una lettera inviata alla prestigiosa rivista Science ha fatto sapere che «Macchiarini ha approfittato della nostra affiliazione nel suo lavoro a Krasnodar. Il suo lavoro ha intaccato la fiducia che i pazienti hanno nei confronti della nostra struttura». Da qui la scelta di allontanarlo. Il chirurgo viareggino, una laurea in medicina conseguita a Pisa e una formazione costruita tra gli Stati Uniti, la Francia, la Germania e la Spagna, si considera un genio incompreso. «Ho scelto di andare via perché in Italia non avrei mai imparato ciò che volevo», raccontava nel 2011, tre anni dopo aver realizzato il primo trapianto trachea al mondo. A premiarlo la scelta di costruire l’«impalcatura» del nuovo organo con le cellule staminali della paziente, una trentenne colombiana, così da evitare il rigetto. Un successo che gli valse più di un biglietto da visita per farsi largo fino in Svezia.
Interventi simili effettuati al Karolinska Institutet avrebbero provocato un paio di morti, oltre a diverse violazioni del codice etico e deontologico. Da qui la scelta dei vertici dell’ente di imporre la decadenza di Macchiarini, e del suo gruppo di ricerca, dal dipartimento di medicina rigenerativa. I media ipotizzano una serie di accuse a carico dello specialista: frode e lesioni personali, senza escludere l’omicidio colposo. Non è la prima volta, però, che il chirurgo finisce nei guai. Nel 2012 furono le Fiamme Gialle ad arrestarlo davanti alla sala operatoria del policlinico Careggi di Firenze. Pesanti le accuse rivoltegli allora dal gip, Alessandro Moneti: «Macchiarini svolge la sua attività avendo in prevalente considerazione il proprio portafoglio piuttosto che la deontologia professionale». Saranno i giudici – il processo è in corso – a decidere se il chirurgo ha truffato i pazienti, dirottandoli dalla struttura pubblica a ospedali stranieri dove li avrebbe operati a fronte di una fattura a cinque zeri.
La giornalista beffata
Come se non bastasse, anche una giornalista statunitense della rete «Nbc», Benita Alezander, ha raccontato a Vanity fair di essere stata ingannata da Macchiarini. Motivo: la donna sostiene che lo specialista le avrebbe promesso un matrimonio a Castel Gandolfo con Papa Francesco. Tra gli ospiti attesi pure i coniugi Obama e Clinton.
Ma alla storia manca il lieto fine perché nel frattempo Alezander ha scoperto che Macchiarini sarebbe ancora sposato.