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 2016  febbraio 08 Lunedì calendario

Viaggio nella multietnica Leicester, pazza per il romano Ranieri

Le note della musica andina attirano i passanti di Gallowtree gate, centralissima via di una Leicester ancora sonnecchiante dopo i bagordi del sabato sera. Un uomo vestito con i costumi della sua terra alterna flauto e piffero. Qualcuno versa monetine nel cestello di fronte a lui. Altri si fermano semplicemente ad ascoltare. Tra questi “altri”, Michele Rizzo, 33 anni, giocatore italiano di rugby dal 2014 in forza ai Tigers, la squadra più blasonata del panorama inglese: dieci Premiership, mai una retrocessione in seconda serie. Rizzo non è l’unico prodotto della palla ovale nostrana di stanza ai Tigers: Leonardo Ghiraldini, Riccardo Brugnara e Tiziano Pasquali completano il gruppo. Rizzo guarda con simpatia al boom del Leicester nel calcio: «Ho avuto il piacere di conoscere Ranieri e quest’incontro mi ha avvicinato al football. Ho visto la gara con il Manchester United. Mi piace lo spirito del Leicester, perché è una squadra coraggiosa, senza primedonne, dove tutti aiutano tutti. Sarei contento se vincesse il titolo. Lo merita anche Ranieri, persona perbene e grande conoscitore di sport. Sarebbe un fatto eccezionale non solo per il calcio, ma per la città, dove il rugby è un’istituzione. Lo stadio è bellissimo e c’è quasi sempre il tutto esaurito, con i ventiquattromila posti pieni. È fantastico giocare in un’atmosfera simile, mentre da noi gli impianti si riempiono solo con il Sei Nazioni».
Ad ascoltare la musica andina c’è anche Russell Pearson, 41 anni, grande fan del Leicester: «Stiamo vivendo una stagione memorabile e penso che conquistare il titolo non sia un’utopia. Ranieri è arrivato al momento giusto per completare il lavoro di Nigel Pearson. Le basi sono state poste da lui, ma serviva un manager con l’esperienza di Ranieri per compiere il salto definitivo. Jamie Vardy è il simbolo della squadra non solo per i diciotto gol, ma perché rappresenta il sogno di chi parte dal basso per arrivare in alto. Quando fu acquistato nel 2012, il milione pagato per prelevarlo dal Fleetwood sembrò una follia. Ora vale almeno quaranta volte tanto».
È una strana domenica, questa di Leicester. Pallido sole, non fa freddo: basta per invitare la gente a passeggiare e fare due passi. Il mercato dove Ranieri ha vissuto un bagno di folla dopo il successo sul Liverpool è chiuso, ma i centri commerciali sono aperti e i caffè sono già affollati. La squadra è a riposo. Ranieri, da sabato sera a Londra, ha concesso due giorni di break. Da domani si torna al lavoro per preparare la gara dell’Emirates, tana dell’Arsenal, altro passaggio chiave della stagione delle Foxes. E di questa sfida parla Adam Tarleton, 21 anni, commesso in un negozio di musica in Narbourough Road, definita dai sociologi della London School of Economics “la via più multietnica d’Inghilterra”. Un miglio di strada con attività commerciali che rappresentano quattro continenti: «Tifo Liverpool e Barcellona -racconta Adam-, ma il campionato sensazionale del Leicester mi sta entusiasmando. La conquista del titolo passa per la gara dell’Emirates: se le Foxes trionfano anche in casa dell’Arsenal è quasi fatta. Ranieri è l’uomo giusto nel posto giusto. Servivano la sua esperienza e il suo pragmatismo». Lungo le botteghe di Narbourough Road puoi incrociare un ristorante polacco e la proprietaria, Magda, che dice «se il Leicester vince il campionato sono contenta, la città lo merita». Puoi incrociare, in un kebab, il curdo Alan che ti accoglie con diffidenza, ma quando nomini il Leicester, allarga il sorriso «sono orgoglioso di quello che stanno combinando le Foxes». La stessa diffidenza si respira al ristorante Istanbul, dove un cameriere, un ragazzo iraniano, Amin, sussurra: «Nel mio paese giocavo a calcio. Sono contento di vedere il Leicester in testa». La squadra è il collante di questa città poco inglese, dove convivono molte etnie: è un simbolo di integrazione.
Il primo posto in campionato non ha cambiato le abitudini dei calciatori. Jamie Vardy e Riyad Mahrez si fanno vedere spesso al ristorante italiano San Carlo, dove sabato sera, poche ore dopo il 3-1 del Leicester in casa del Manchester City, in una tavolata dove è stato celebrato un compleanno, il nome di Ranieri è stato cantato sulle note di Volare. Happy birthday e Ranieri oh oh oh oh, l’uomo giusto al momento giusto.