la Repubblica, 7 febbraio 2016
Twitter prova a rinnovarsi per non morire
Innova o muori è il mantra di Silicon Valley. Il fondatore e amministratore delegato di Twitter Jack Dorsey deve aver capito di essere a forte rischio della “sindrome di MySpace”. Ricordate MySpace? Dieci anni fa sembrava un colosso, poi è arrivato Facebook ed è evaporato. Sbriciolato. Twitter non si sta ancora sbriciolando ma qualche robusto segnale di allarme c’è: il numero di utenti non cresce più o quasi; i ricavi sono un rivoletto anemico; e soprattutto fra i giovanissimi prevalgono altri strumenti. Insomma il rischio è alto. Non a caso qualche giorno fa quattro top manager hanno preso la via d’uscita: vuol dire che era arrivato il momento di cambiare tutto. Diventare più semplici e più utili per allargare la base di utenti. Come? Secondo il sito Buzzfeed, Twitter sta per varare una fase nuova in cui la timeline non sarebbe più cronologica ma personalizzata con un algoritmo che sceglierà per noi i tweet più interessanti. Come avviene su Facebook e per altri versi su Google che da tempo quando fai una ricerca offre risultati diversi in base al nostro profilo. Sulla carta sembra una buona idea: insomma, meno rumore e più segnale. Ma proprio su Twitter c’è stata una mezza rivolta: l’hashtag #riptwitter, che sta per «riposa in pace, Twitter», ha spopolato. Innova o muori, quindi, ma se sbagli mossa, ti suicidi.