la Repubblica, 7 febbraio 2016
Bertolaso si ritira
Guido Bertolaso getta la spugna. Non sarà lui il candidato sindaco di Roma per il centrodestra. Una lettera di poche righe è stata inviata in serata a Silvio Berlusconi, per ringraziarlo della «fiducia accordata», per spiegare la rinuncia con «motivi familiari». Ma il forfait era nell’aria. «Il suo nome era stato lanciato dal Cavaliere per mettere alle strette la Meloni che tentennava ancora e per coinvincere Alfio Marchini a schierarsi, Bertolaso è uno dei nostri, pronto a sacrificarsi se occorre» spiegava poche ore prima un fedelissimo berlusconiano a conoscenza delle cose romane. E così è avvenuto.
L’ex capo della Protezione civile lascia anche perché la sua corsa sarebbe stata ad handicap. E non solo per il veto di Matteo Salvini. Come ha spiegato lo stesso ex premier nei giorni scorsi, uno screening sulla situazione giudiziaria di Bertolaso (col processo che entrerà nel vivo in primavera) sarebbe stato effettuato da Niccolò Ghedini. Constatando come la candidatura si sarebbe risolta in un boomerang per il centrodestra, già gravato in piena campagna elettorale dal processo a Gianni Alemanno per “Mafia capitale”. A questo punto sulla carta resterebbe in pista la sola candidatura di peso di Alfio Marchini e della sua lista civica, come sperato da Berlusconi. Per altro sostenuta da un endorsement, finora sotto traccia, di Matteo Salvini. Ma la perplessità di Giorgia Meloni non è venuta meno. La leader di Fratelli d’Italia resta sulle sue posizioni, forte dei sondaggi che darebbero il suo partito nella Capitale al 10-12 per cento contro il 7 di Fi. Per lei, come va ripetendo coi suoi, «Marchini non è una opzione in campo». Al massimo si potrebbero tenere delle primarie, «alle quali partecipano tutti coloro che sottoscrivono un manifesto di valori del centrodestra». Un modo per provocare e stanare a sua volta l’imprenditore Marchini. Che certo di destra non è. Fdi potrebbe allora candidare un suo uomo, come il braccio destro della Meloni Fabio Rampelli. Mentre Francesco Storace ha già lanciato la sua, di candidatura. Quel che tutti prevedono, nel centrodestra, è che nel vertice a tre fa Berlusconi, Salvini e Meloni in programma domani per chiudere su Milano (su Parisi) e Roma, proprio la leader di Fdi – che ha di recente annunciato la sua gravidanza e la (quasi) impossibilità di correre per Roma – sarà messa alle strette.
Marchini, che gode in Fi del sostegno di Tajani, Gasparri, Giro (ma non di Toti e altri), ieri con una manifestazione al Tempio di Adriano ha di fatto offerto la sua candidatura al centrodestra. «Mi diranno che sono un visionario come Berlusconi, ma uniti si vince al primo turno. Lui è stato generoso con me, credo dobiamo costruire tutti insieme qualcosa, serve una politica a destra di Storace e a sinistra del Pd». Troppo poco però per la destra romana. «Lui no, mai, è di sinistra» protesta proprio Storace e come lui molti ex An.