la Repubblica, 7 febbraio 2016
Appalti in cambio di tangenti, così Cosimo Consales, sindaco di Brindisi, finisce ai domiciliari
Una tangente da 30mila euro per pagare un debito con Equitalia. In cambio il sindaco di Brindisi Cosimo Consales avrebbe dirottato un appalto da 171 milioni per quindici anni a una ditta amica, la Nubile Srl. L’impianto di smaltimento rifiuti però non era norma e il giochetto è costato alle casse dei Comuni brindisini 500mila euro all’anno e ai cittadini un notevole aumento dell’ecotassa, tra le più care d’Italia. Al sindaco – eletto nel 2012 con una coalizione di centrosinistra e poi autosospeso dal Pd – invece il favore milionario alla Nubile è costato gli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione in concorso con Massimo Vergara, commercialista della ditta. Mentre in carcere è stato condotto Luca Screti, amministratore della società a cui vengono contestati i reati di frode nella fornitura di un pubblico servizio e truffa ai danni di numerosi Comuni.
Il caso Consales ha riaperto la questione morale nel Partito democratico pugliese. Il sindaco- giornalista fu eletto nel maggio 2012 ma, dopo pochi mesi, fu raggiunto da un avviso di garanzia e dagli strali del governatore e segretario regionale del partito, Michele Emiliano, che ne chiese la testa. Tra i Democratici, però, il giustizialismo dell’ex pm non trovò molto seguito e consiglieri regionali e comunali, insieme agli assessori brindisini, fecero quadrato attorno al primo cittadino, che nel giugno 2014 si sospese comunque dal partito. In estate il sindaco tentò anche di agganciare il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, il quale ieri ha chiarito che l’incontro di luglio al Comune, insieme al consigliere regionale Giuseppe Romano fu un semplice saluto istituzionale e che «la richiesta di Consales di aderire ai Giovani turchi pugliesi fu respinta perché già chiacchierato».
In effetti, all’epoca i pm Giuseppe De Nozza e Savina Toscani avevano chiuso la prima tranche di indagine per abuso d’ufficio e concussione ma Consales sperava di evitare l’arresto e la maledizione che in trenta anni ha fatto finire in manette altri tre sindaci brindisini: Bruno Carluccio, Giuseppe Marchionna e Giovanni Antonino. Speranze vane, perché la Digos scoprì che Consales aveva un debito da 315mila euro con Equitalia e che sei rate (per un totale di 30mila euro) erano state pagate da persone riconducibili alla Nubile su disposizione di Screti.
«In cambio di quelle utilità – ha spiegato il procuratore di Brindisi, Marco Di Napoli – il sindaco, pochi giorni dopo la sua elezione, autorizzò l’apertura dell’impianto», mai entrato in funzione dal 2001 e divenuto obsoleto. Nel biostabilizzatore finito sotto sequestro i rifiuti venivano trattati in violazione delle norme di settore e furono installati due macchinari che aumentavano le quantità di materiale da conferire in discarica, riducendo la parte da trasformare in Cdr. In tal modo la Nubile guadagnava a sbafo – 3,2 milioni nel 2014 mentre Brindisi soffocava nella spazzatura, poiché la discarica (di proprietà della stessa Nubile e anch’essa sequestrata) non riusciva a sopportare il peso dei rifiuti. «La funzione pubblica del sindaco veniva asservita all’interesse privato della società» è scritto nell’ordinanza cautelare e per questo il sindaco è stato anche sospeso dal prefetto.
L’inchiesta continua, perché è probabile che il primo cittadino abbia avuto appoggi, tecnici e politici, sia in Comune che alla Regione, e che le mazzette della Nubile siano finite anche in altre tasche. Di certo Consales avrebbe fatto di tutto per far proseguire l’attività della ditta, pagando persino, a dicembre, 50mila euro di stipendi dei dipendenti con i soldi del Comune.