La Stampa, 8 febbraio 2016
L’iPhone 6 riparato da un tecnico non autorizzato smette di funzionare. Apple rischia di finire in tribunale per frode in commercio?
L’avviso «Error53» sta agitando gli utenti iPhone. Il misterioso messaggio, che rende inutilizzabile lo smartphone a chi ha effettuato riparazioni in centri non autorizzati, potrebbe rivelarsi un caso di pratica vessatoria. Su questo aspetto si stanno già muovendo le associazioni a tutela dei consumatori.
Di cosa si tratta? Apple, l’azienda che produce l’iPhone, non ha mai gradito riparazioni da tecnici non suoi. Se il vetro va in mille pezzi o la batteria smette di funzionare, bisogna per forza rivolgersi a un centro Apple oppure ai (pochi) riparatori riconosciuti dalla stessa società. Gli infedeli iPhonisti che «disubbidiscono» a questa rigida regola perdono la garanzia sul loro dispositivo e si ritrovano le porte sbarrate in caso di altre necessità. Ora con l’«Error53» pare che la Apple vada oltre e fa capire che chi si affida a estranei si ritroverà con lo smartphone inutilizzabile. La novità sarebbe stata introdotta lo scorso settembre con l’aggiornamento del sistema operativo iOS alla versione 9 ma sta venendo alla luce soltanto ora. Nel software aggiornato l’azienda avrebbe segretamente introdotto una nuova funzione che, tramite i sensori del TouchID (il tasto tondo che riconosce le impronte digitali) riesce a censire tutti i pezzi nel dispositivo e verificare se sono originali. Se da questa verifica emerge che il TouchID non ha il bollino della casa, allora scatta il blocco per tutto il telefono. Senza un backup, spariscono anche tutti i dati. Il problema riguarderebbe l’iPhone 6 e il Plus ma ancora non è chiaro se sono coinvolti anche tutti quelli con riconoscimento delle impronte.
Il caso è stato scoperto dal Guardian grazie a un suo reporter che all’estero si è visto costretto a ricorrere a un “riparatore” di iPhone fuori norma. Una volta fatto l’aggiornamento a iOS 9, sul suo telefono è comparso il messaggio «Error53» e ha perso ogni funzione. Non è stato il primo a finire in questa trappola. Su iFixit, il forum più grande per l’iPhone, ci sono migliaia di messaggi e di richieste di aiuto su questo errore. La Apple che con questo stratagemma tecnologico di fatto mette ko tutte le officine abusive per iPhone che sono spuntate negli anni un po’ ovunque, si difende dicendo che si tratta di una misura contro le frodi anche perché il tasto in questione adesso è anche collegato ai servizi di pagamento.
C’è da dire che le riparazioni nei centri Apple sono decisamente costose e che non sempre chi ha un problema ha il tempo per mettersi in lista di attesa e per spostarsi verso uno dei centri più vicini (ce ne sono solo nelle città più grandi).
Perché allora limitare la libertà degli utenti? Per Rosario Trefiletti, presidente di Federconsumatori, è un tema che sarà studiato a fondo dai legali dell’associazione. «Sembra ci siano gli elementi per ricorrere contro una pratica che pare a tutti gli effetti vessatoria». Dello stesso tono anche Massimo Dona (Unione Nazionale Consumatori). «Se Apple mi blocca il telefono, potrebbe essere frode in commercio?» si chiede l’esperto che pensa di ricorrere all’Antitrust.