la Repubblica, 5 febbraio 2016
Il postino che vigila sulla città. A Santander, in Spagna, con un’app segnalano piccoli problemi a chi di dovere: dalle auto mal posteggiate alla spazzatura accumulata fuori dai cassonetti
Il postino suona una volta, e il resto del tempo lo trascorre a fare altro: «osservatore urbano», secondo la nuova definizione coniata su misura dal sindaco di Santander, capoluogo regionale della Cantabria.
In sostanza, una specie di vigilante al servizio della città. Si sa, nell’era digitale l’attività di distribuzione di lettere e pacchi è in declino, una crisi con tutta probabilità senza ritorno. Ma il progetto pilota lanciato nel nord della Spagna potrebbe aprire nuove prospettive finora inesplorate. Nel tradizionale tragitto quotidiano casa per casa, i postini “tecnologizzati” di Santander avranno infatti a disposizione un carrello (il solito, quello a due ruote che contiene le lettere da distribuire) ma dotato di speciali sensori per la raccolta dati. In più, con i nuovi Pda (palmari) di ultima generazione ricevuti in dotazione, potranno scattare fotografie geolocalizzate per segnalare in tempo reale piccoli problemi che richiedono un intervento immediato: dalle auto mal posteggiate ai lampioni in cattivo stato, dalle buche nell’asfalto ai marciapiedi sconnessi, fino alla spazzatura accumulata fuori dai cassonetti.
Il progetto è frutto di un accordo quadriennale siglato tra il primo cittadino, Iñigo de la Serna, del Partito Popolare, e il presidente delle Poste locali, Javier Cuesta Nuin. L’obiettivo: «contribuire al sistema di creazione della città intelligente».
Per questo motivo l’intesa prevede anche un piano di monitoraggio delle infrastrutture pubbliche, iniziative per l’innovazione e lo sviluppo economico e per modernizzare l’amministrazione. Riorganizzarsi per non morire, quindi. Per scrollarsi di dosso quella patina stantìa e contribuire alla creazione della smart city del futuro.
Il progetto, così come è congegnato, è del tutto nuovo in Spagna. L’unico precedente simile è l’esperimento lanciato lo scorso anno a Malaga: un accordo tra le Poste e l’impresa locale, Urban M, in base al quale l’impegno extra dei postini è limitato alla raccolta – attraverso i sensori installati nei loro carrelli – dei dati sulla qualità dell’aria e i livelli di contaminazione. Informazioni che vengono poi diffuse in Rete, a disposizione di tutti i cittadini.
In quel caso, il grosso dell’investimento viene dall’impresa privata, che ha messo a disposizione 100mila euro per il lancio del progetto, mentre le Poste e l’amministrazione municipale contribuiscono in misura minore. Lo stesso avviene ora anche a Santander con i sensori applicati ai carrelli e alle autovetture dell’amministrazione postale così come, già da tempo, avveniva grazie ai sensori installati su alcuni autobus, taxi o i veicoli dei servizi municipali.
Il vero dubbio, nel capoluogo della Cantabria, è capire come la prenderanno i diretti interessati. «Nessun problema», assicura il presidente delle Poste. «I postini sanno che devono cambiare approccio nella consegna delle lettere, perché l’attività è calata molto negli ultimi anni. Perciò stanno collaborando al massimo nell’assunzione di attività differenti». E ha anche aggiunto: «Non abbiamo avuto nessun problema e non penso che lo avremo».
Difficile capire se è vero. Perché il fatto è che, a quanto pare, al momento i postini non sono stati ancora consultati. Da qui la protesta dell’opposizione comunale, soprattutto da parte del gruppo di Podemos, che sostiene che le mansioni dei postini siano altre, ben definite dal loro contratto. Per l’attività di «osservatori urbani», suggeriscono, si dovrebbe ricorrere ai dipendenti municipali, a cominciare dagli agenti della polizia locale.