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 2016  febbraio 05 Venerdì calendario

Anche Sgarbi si candida a sindaco di Milano: «Corro da solo. Sono il più popolare»

Vittorio Sgarbi ci prova: «Sono il più popolare. Mi candido a sindaco di Milano». Il critico d’arte promette una sua corsa solo contro tutti con un post su Facebook: «Considerata l’incomprensibile scelta della Rai che vieta alle trasmissioni di approfondimento giornalistico di fare sondaggi per le elezioni amministrative di Milano, ne ho commissionato uno io». È proprio il sondaggio, prosegue Sgarbi, ad avergli dato lo slancio per la gara: «Confortato dal sostegno di molte personalità della cultura e dell’imprenditoria (tra questi Francesco Micheli), ho deciso di candidarmi a sindaco di Milano con una lista civica alternativa agli attuali partiti». A dire il vero, non è la prima volta, Sgarbi aveva già annunciato una sua corsa nel 2006. Più tardi, aveva ritirato la candidatura dopo che Letizia Moratti gli aveva promesso il ruolo di assessore alla Cultura. Ad ogni modo, il sondaggio è stato svolto tra il 26 e il 27 gennaio da Eumetra di Renato Mannheimer. Il che ha impedito di sondare il nome di Stefano Parisi, oggi possibile concorrente del centrodestra. La prima domanda è sul grado di conoscenza dei candidati. E qui, appunto, Sgarbi stravince: è noto al 97% degli intervistati. Seguono l’ex ministro Corrado Passera (92%), il conduttore Paolo Del Debbio (84%), il direttore del Giornale Alessandro Sallusti (83%) e a seguire tre dei candidati alle primarie del centrosinistra: Giuseppe Sala (81%), Pierfrancesco Majorino (78%), Francesca Balzani (77%). Ultima in ordine di notorietà, la candidata a 5 stelle Patrizia Bedori. Se la domanda però è sull’intenzione di voto, la graduatoria cambia, e di parecchio. Per Sala voterebbe il 14% degli elettori, per Bedori il 13%. Seguono Balzani (10%) a pari consensi con Del Debbio. Al 9% si colloca Majorino, seguito da Passera (8%), Sgarbi (6%), Sallusti (5%). Altri candidati piacciono al 9% dei milanesi, il 5% si dice indifferente, l’11% non sa. Percentuali al netto di quanti dichiarano che non andranno a votare: il 14%.