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 2016  febbraio 02 Martedì calendario

Quanto costano i cambi di orari in Borsa

Finora erano passati quasi inosservate: le modifiche agli orari di negoziazione di Borsa e il meccanismo di sospensioni e aste di volatilità rimanevano dettagli importanti solo per gli addetti ai lavori. Ma nelle ultime settimane tutto è cambiato: la volatilità è esplosa e variazioni dell’ordine del 10% sono diventate frequenti. In cifre, le variazioni giornaliere di titoli e indici sono passate da di 200-300 punti a 500, vale a dire che per un contratto future le oscillazioni di prezzo sono salite da 1.500 a 2.500 euro. Risultato, un errore su meccanismi di sospensione dei titoli o sull’orario di chiusura di una fase di mercato può costare caro. Ma come al solito, assieme ai rischi ci sono anche le opportunità. Il prezzo di sospensione fa da calamita, ed è anche facilmente raggiungibile a fronte di un sentiment particolare o di un trend». Non a caso alcune console di trading, accanto a quello corrente, evidenziano anche il prezzo di sospensione.
 
I nuovi orari sono entrati in vigore a fine novembre, ma dicembre è di solito un mese con pochi volumi, per cui i conti con le modifiche i trader li hanno fatti a gennaio, mese in cui è sopraggiunto anche un aumento della volatilità. Sempre dalle 8 alle 9 gli orari dell’asta di apertura, mentre la negoziazione continua è stata allungata di 5 minuti, dalle 9 alle 17,30 anziché le 17,25.
 
L’asta di chiusura parte ovviamente 5 minuti più tardi, alle 17,30, e si chiude alle 17,35. Dalle 17,35 alle 17,42, infine, ha luogo la negoziazione al prezzo fissato nell’asta di chiusura.
 
Nella fase di pre asta (una sorta di sotto fase dell’asta), che va dalle 8 alle 8,59, le proposte di negoziazione possono essere immesse, cancellate e modificate. Durante la pre asta, si forma un prezzo teorico di apertura che viene aggiornato continuamente da Borsa Italiana. Il prezzo teorico è quello che consente di soddisfare il maggior quantitativo di scambi o, in seconda battuta, che ne esclude il meno possibile.
 
Se qualcuno volesse muovere il prezzo teorico artificiosamente, per esempio vendere 5.000 azioni Intesa Sanpaolo  a 3 euro (ora è a 2,618 euro), potrebbe mettere un maxi ordine da 100 mila titoli in acquisto a 2,99 euro in modo da invogliare chi ha necessità di comprare le azioni della banca a esporsi a 3 euro. In questo modo il trader potrebbe riuscire a vendere le 5 mila azioni Intesa  ai 3 euro prefissati, cancellando l’ordine a 2,99 con 100 mila pezzi. Proprio per evitare questi comportamenti la società di gestione del mercato ha deciso che la pre asta termina in un momento a caso dell’ultimo minuto di questa fase. In questo modo le proposte non possono essere più cancellate, e l’ordine da 100 mila pezzi finirebbe per essere eseguito. Durante l’asta quindi tutti gli scambi avvengono a un unico prezzo, quello validato. E lo stesso avviene nell’asta di chiusura, che ha un minuto nel finale dove le proposte non possono più essere ritirate.
 
Il prezzo dell’asta di apertura viene validato se non si discosta dal prezzo di chiusura della seduta precedente di più del 5% per le azioni del Ftse Mib e del 10% per tutte le altre. Se durante la negoziazione continua si verificano scostamenti superiori a quelli indicati rispetto al prezzo di apertura, il titolo viene sospeso e si arriva alla cosiddetta asta di volatilità. Il titolo rientra nelle contrattazioni quando gli scostamenti tornano nella normalità, ma Borsa Italiana può decidere di riammettere il titolo a parametri allargati in caso di notizie che giustifichino una maggiore volatilità del prezzo.
 
Al termine dell’asta di apertura o dell’asta di volatilità le proposte con limite di prezzo ineseguite, in tutto o in parte, sono trasferite in automatico alla negoziazione continua, con effetti pesanti sul book, quelle senza limite di prezzo vengono cancellate. Al termine dell’asta di chiusura le proposte con limite di prezzo ineseguite, in tutto o in parte, sono trasferite alla fase di negoziazione al prezzo di asta di chiusura, terminata la quale sono trasferite alla prima fase di negoziazione del giorno successivo, di solito l’apertura. Durante la negoziazione al prezzo di asta di chiusura la conclusione dei contratti avviene, per le quantità disponibili, al prezzo dell’asta di chiusura precedente, mediante abbinamento automatico di proposte di segno contrario esposte nel mercato e ordinate in base alla priorità di immissione. (riproduzione riservata)