ItaliaOggi, 2 febbraio 2016
Pagati per non lavorare. 1.500 euro in Svizzera, 800 in Finlandia, 400 in Germania (più alloggio)
Strana questa nostra Europa. Un domani saremo tutti pagati senza dover lavorare? Forse non tutti, e non subito, ma presto quest’utopia potrebbe diventare realtà in Svizzera e in Finlandia, e il modello è già alla prova in Olanda dal 1° gennaio, sia pure in una sola città, a Utrecht (330 mila abitanti), come abbiamo già anticipato su ItaliaOggi. E se ne discute da tempo anche in Germania.
Una vecchia idea marxista. Lo strano è che oggi venga sostenuta da politici e economisti conservatori, mentre a dubitarne sono quelli di sinistra. Il salario base garantito, si vada in ufficio e in fabbrica oppure si resti in panciolle godendo di una vacanza finché si campa, ha poco a che vedere con il cosiddetto reddito di cittadinanza proposto da Beppe Grillo, o l’Hartz IV in vigore in Germania, cioè il minimo vitale di 400 euro al mese, più l’alloggio, garantito a chi non ha altri redditi, anche se non ha mai lavorato un solo giorno in vita sua, e non voglia lavorare nemmeno un domani. Per inciso, il minimo vitale viene indirettamente riconosciuto anche a me, e a tutti i contribuenti, perfino ai milionari, come quota esente dalle tasse (circa 8.600 euro a testa).
Il prossimo giugno, gli svizzeri saranno chiamati a un referendum per approvare o meno l’idea. In Finlandia, nel 2016, verranno studiati i particolari, e si dovrebbe partire per i primi esperimenti l’anno venturo. La prima domanda è perché? La seconda: quanti vorranno continuare a lavorare se riceveranno un generoso stipendio, o idennità, senza far nulla. Gli economisti ritengono che una volta liberati dalla millenaria schiavitù del lavoro, uomini e donne potranno dedicarsi all’attività preferita, sfruttando le proprie capacità con beneficio della società. Inoltre, con più tempo libero, e maggiori entrate, consumeranno di più. Oppure, avverrà il contrario, tutti oziosi, come da noi paventa la pessimista Fornero?
Nein, non, no, rispondono in tre lingue gli elvetici. Secondo un sondaggio, solo il 10% lascerebbe il lavoro. Più precisamente, appena il 2% darebbe ragione alla Fornero, un altro 8 risponde: «Sì, ma dipende...». Gli altri sfrutterebbero il «regalo» cercandosi un’occupazione più gratificante, il 22% tenterebbe di diventare indipendente dedicandosi a un’attività che sfrutti meglio il proprio talento, il 54% dedicherebbe più tempo alla famiglia e la stessa percentuale sfrutterebbe la sicurezza per un aggiornamento culturale e professionale. In Germania si può dedurre il comportamento da un sondaggio simile: dopo una grande vincita al lotto, l’80% continuerebbe a lavorare.
Manca un particolare fondamentale: quanto? In Svizzera non è stato ancora precisato, ma si calcola che il minimo dovrebbe aggirarsi su una cifra equivalente in franchi a 1.500 euro. I minori e i pensionati dovranno accontentarsi della metà. I finlandesi arriverebbero a 800 euro. Uno sforzo enorme per il bilancio, ma c’è una condizione: allo stesso tempo verrebbero abolite tutte le prestazioni sociali a carico dello stato. In Germania, ad esempio, ammontano a quasi 850 miliardi. Senza calcolare che si potrebbero smantellare in tutto o in parte gli enti e gli uffici statali che adesso regolano gli aiuti pubblici. Si risparmierebbero decine di migliaia di dipendenti. Disoccupati? No, perché riceverebbero il salario garantito, e potrebbero dedicarsi a altri lavori.
Ed è questo il punto che preoccupa la sinistra: si smantella l’apparato dello stato sociale, e ognuno dovrà badare a se stesso. Niente più medico della mutua, le prestazioni sanitarie saranno pagate di tasca propria, grazie al doppio reddito, almeno per quelli che continueranno a voler restare attivi. Ma chi garantisce che il costo delle prestazioni non salga più rapidamente della «paga uguale per tutti?». Non è un caso che a essere contrari a Berlino siano la conservatrice Angela Merkel, e Gregor Gysi, il carismatico leader dei postcomunisti. La cancelliera e l’ex avvocato sono cresciuti nella scomparsa Ddr, dove il regime si occupava di tutto, proteggeva e quindi controllava ogni cittadino: non si pagavano trattenute per la mutua o per la pensione, e la disoccupazione era stata abolita per legge. Ma andò a finire come si sa. Angela e Gregor diffidano di un capitalismo che si ispira a Marx, o di un socialismo capitalista.