Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  febbraio 02 Martedì calendario

A Modena c’è una maestra d’asilo che bestemmiava in classe e che menava i bambini. Ora è ai domiciliari

Bambini sollevati di peso e gettati come oggetti. Insultati, schiaffeggiati, oppure puniti con l’espulsione fisica dalla scuola: mandati fuori non solo dall’aula, ma dall’edificio. Al freddo, come può esserlo nei mesi invernali a quasi 700 metri di altitudine. Bambini piccoli, dai tre ai cinque anni. Terrorizzati, tanto che a scuola non volevano più andare. Li spaventava la maestra, un’insegnante di un asilo di Pavullo nel Frignano, comune dell’Appennino modenese. Alla donna, coordinatrice di una scuola dell’infanzia, 52 anni, è stata notificata all’alba dai carabinieri un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal Gip Eleonora De Marco su richiesta del Pm Marco Imperato. L’accusa è maltrattamenti aggravati. Secondo le indagini, scattate a novembre dopo le segnalazioni di alcuni genitori preoccupati dallo stato d’animo dei figli, la maestra avrebbe abusato delle proprie qualità e violato i doveri di equilibrio e correttezza. 
I MALTRATTAMENTILo avrebbe fatto con condotte sistematiche e reiterate, maltrattando fisicamente e psicologicamente i piccoli durante l’orario scolastico. Con percosse, schiaffi, spintoni, strattonamenti. E poi parolacce, bestemmie e offese, con un vasto campionario: «sei brutta», «stordita», «li mortacci vostri», «sei pesante», «sei una pecora», «hai finito di ridere», «ti do una microfonata in faccia», «ti strappo tutti i capelli». Un comportamento che per gli inquirenti era abituale e indistinto, nei confronti di tutti i bambini. Scatti di rabbia improvvisi e per motivi da niente: un bambino che doveva andare in bagno, oppure che non gradiva il cibo. I carabinieri hanno raccolto le testimonianze e documentato le condotte con telecamere e microfoni nascosti nella scuola. In tempi brevi sono stati accumulati elementi sufficienti a portare all’emissione dell’ordinanza. Il procuratore di Modena Lucia Musti ha sottolineato la velocità degli investigatori: «La giustizia – ha detto – è stata rapida ed efficace». Gli accertamenti ora proseguono, per approfondire il ruolo di chi lavorava con l’arrestata. A Pavullo la notizia sembra aver colto molti di sorpresa. Scuote una terra dove l’eccellenza scolastica ed educativa è celebre quasi come i prodotti alimentari. I fatti contestati, ha detto la vicepresidente della Regione Emilia-Romagna Elisabetta Gualmini, con delega al Welfare, «feriscono tutta la comunità emiliano romagnola, da sempre attenta in modo particolare all’educazione e alla formazione dei più piccoli. Si tratta di un comportamento gravissimo, che ci indigna profondamente».