La Stampa, 2 febbraio 2016
Garko è stato miracolato. A Sanremo è esplosa la villa che lo ospitava. La proprietaria è morta
L’altra sera Maria Grazia Gugliermetti è tornata tardi nella casa da cui mancava da qualche giorno, di ritorno da Torino dove si era sottoposta a una piccola operazione chirurgica. Si è cucinata qualcosa, si è stesa sul letto, si è addormentata subito. La mattina si è svegliata, è tornata in cucina, ha acceso la luce.
Alle nove meno un quarto il boato è devastante e scuote tutta la collina alle spalle della città. In un attimo la Villa delle Rose è in macerie. S’incrinano i muri esterni, il cancellone d’accesso è scaraventato a dieci metri di distanza, finestre e infissi a trenta, quaranta. Non potrà, Maria Grazia, raccontare che cos’è accaduto tra quelle stanze: i soccorritori trovano il suo corpo carbonizzato, la fine è stata istantanea. Aveva 73 anni.
L’ospite
Non potrà raccontarlo nemmeno Gabriel Garko. Dormiva anche lui, al piano terreno della villetta a due piani, cameo charmant incastonato tra gli ulivi, con tanto di piscina sul retro. Quando sente lo scoppio l’attore si sveglia di soprassalto, l’adrenalina improvvisa lo fa balzare giù dal letto, quella reazione istintiva gli salva la vita. Pochi secondi dopo sul materasso si abbattono le macerie di un muro intero, che crolla sbriciolato. Il boato arriva fino al centro della città.
«È un miracolato, è un miracolato», ripetono tutti quelli che entrano in quella stanza. Negli occhi ha il terrore, è ferito ma solo leggermente dalla pioggia di calcinacci. In casa, in un’altra ala del piano superiore, dormiva anche una collaboratrice del suo staff. Lei è illesa, ma la portano via che è divorata dal panico, sotto choc. Lui, Garko, è solo ferito di striscio: il referto dei medici parla di un trauma cranico e di escoriazioni, la prognosi è di dieci giorni. Ma quando sale sull’ambulanza basta guardare i suoi occhi per leggere il terrore. Lo portano al pronto soccorso, poi dai carabinieri: «È stato un incubo, ho sentito l’esplosione, dopo un attimo è crollato tutto». Poi, alla fine, in un luogo appartato e segreto, per sottrarlo alla curiosità dei media e dei fan che arrivano fin davanti all’ospedale. I soccorritori raccontano che l’attore, sotto choc, ha cercato di soccorrere la donna rimasta sotto le macerie.
Festival a rischio
Di fronte alla tragedia, l’interrogativo se Garko potrà o meno condurre il Festival accanto a Carlo Conti sembra un’inezia e forse lo è. Ma a Sanremo ci si interroga, perché la kermesse non è solo una sfilata di cantanti, un’orchestra che suona e telecamere che portano il palco dell’Ariston nelle case degli italiani. È anche il motore dell’economia locale, che riempie alberghi, imbandisce tavole dei ristoranti, fa marciare taxi, affolla (effetto collaterale) il Casinò. Lui, Garko, si chiude nel silenzio: «Oggi non parla, non dice nulla, non parla nemmeno la sua collaboratrice. Se leggerete qualche sua dichiarazione, sarà opera di fantasia».
Come uno scrigno
Ma tutto il cordoglio, il dolore, è per la vittima. Garko aveva scelto quella villa così bella e defilata come buen retiro prima del Festival, prima di trasferirsi in uno degli hotel del centro nei giorni della rassegna. «È sempre vissuta qui – racconta Fernanda Sartori, la vicina che piange la morte di una delle amiche più care – aveva già deciso di suddividere il patrimonio tra i quattro figli e la villa era toccata a uno di loro». Il padrone di casa, Lorenzo Noveri, dentista molto noto in città, teneva quell’edificio come uno scrigno: la revisione dell’impianto del gas era stata eseguita a novembre, gli altri erano tutti di recente realizzazione, la villa era regolarmente registrata come casa vacanze. Il fascicolo per omicidio colposo appare, per ora, un pro forma.