Corriere della Sera, 2 febbraio 2016
La più grande banca d’affari al mondo (Jp Morgan) va a scuola di bitcoin
È come invitare il diavolo a spiegare come si officia la messa laddove la messa è quella di Wall Street e il diavolo è il bitcoin: Jp Morgan, la più grande banca d’affari al mondo (e, particolare non secondario, banca del Tesoro Usa), ha avviato un progetto basato su blockchain, la piattaforma tecnologica delle transazioni della cripto moneta. Il fine tecnico è ridurre i costi delle transazioni all’interno del sistema bancario. Ma dal punto di vista «politico» si possono dire due cose: 1) Wall Street ammette di avere qualcosa da imparare dalla discussa cripto moneta che fino a ora ha fatto notizia più per gli scandali che per i successi. 2) Tra le righe la stessa Wall Street ammette anche di averne paura. D’altra parte anche il timore può essere una strada per l’innovazione. La «catena a blocchi» è il database che registra tutte le transazioni dei bitcoin attraverso i nodi periferici (la rete di pc). L’alternativa è un’unica memoria centrale come avviene, per esempio, con Paypal. In pratica ogni nodo «sorveglia» gli altri creando un equilibrio. Il mistero è come farà Jp Morgan a creare una rete decentralizzata per poi tentare di governarla.