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 2016  febbraio 02 Martedì calendario

Zika, l’Oms lancia l’allarme globale. A rischio sono le donne incinte (e le Olimpiadi)

«Il virus Zika è un’emergenza sanitaria internazionale». Sono bastate otto parole a Margaret Chan, direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, per aprire ufficialmente un nuovo fronte sulla scena della salute pubblica mondiale. Memore delle polemiche seguite al lancio tardivo dell’allarme per l’epidemia causata dal virus ebola, l’agenzia speciale per la salute delle Nazioni Unite non ha perso tempo per definire «le complicanze neurologiche dell’infezione un evento straordinario» che richiede «una risposta coordinata» tra tutte le parti in causa. Anche se «non vi è ragione per porre restrizioni ai viaggi e agli scambi commerciali».
Niente prove
A Ginevra erano da poco passate le 19 quando il comitato internazionale d’emergenza, convocato da Chan nel quartier generale dell’Oms, è uscito allo scoperto. Guai ad abbassare la guardia nei confronti del virus che, individuato per la prima volta in Uganda nel 1947 e trasmesso dalla zanzare del genere Aedes (le stesse che veicolano la febbre dengue e la chikungunya), soltanto in Brasile avrebbe – il condizionale è d’obbligo – provocato l’aumento dei casi di microcefalia di quasi venti volte. Si tratta di una malformazione neurologica che si manifesta con una dimensione ridotta della testa di un neonato e con un rischio più alto di vedere lo stesso andare incontro a una crescita difettosa. Così, per quanto la correlazione tra l’infezione nella gestante e la microcefalia di un proprio figlio sia «al momento soltanto fortemente sospettata», secondo David Heymann, a capo del comitato di emergenza, è il caso di «attivare una sorveglianza standardizzata nei confronti delle zanzare e intensificare la ricerca» al fine di arrivare quanto prima a definire l’entità del legame: al momento non scientificamente provato. Prudenza, nei giorni scorsi, ha predicato anche la rivista «Nature», ipotizzando un aumento dei casi legato all’«effetto consapevolezza» che si registra in questi momenti.
Donne in dolce attesa
L’attenzione è dunque puntata sulle donne incinte che vivono nelle aree tropicali e subtropicali del Pianeta (le zanzare Aedes non vivono in Italia). Il virus Zika, per cui non esistono cure o vaccini, è infatti rintracciabile in almeno altri venti Paesi, dove però nel frattempo non è stata osservata un’impennata dei casi di microcefalia tra i nuovi nati. Da qui il messaggio rivolto alle donne del resto del mondo da Margaret Chan: «Meglio rimandare un viaggio nelle aree in cui è presente il virus, se questa scelta non intacca gli impegni familiari». Identica la linea sposata nei giorni scorsi dal ministero della Salute italiano, guidato da Beatrice Lorenzin. Mentre il Centro Nazionale Sangue ha sospeso per 28 giorni le donazioni per soggetti ritornanti dalle aree interessate dall’epidemia. 
Allarme Olimpiadi
Oltreoceano si temono oltre 4 milioni di contagi nell’anno appena iniziato, ma i rischi per uomini, bambini e anziani sono limitati a quelli che accompagnano una normale influenza. Improbabili i contagi da uomo a uomo. Le preoccupazioni, piuttosto, riguardano i grandi eventi che nei prossimi mesi coinvolgeranno il Brasile: dall’imminente Carnevale alle Olimpiadi di agosto.