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 2016  febbraio 02 Martedì calendario

L’uomo che ha dato fuoco alla compagna incinta. Lei è in fin di vita, la bambina è nata e sta bene. Succede a Pozzuoli

Saranno fondamentali le prossime trentasei ore per capire se riuscirà a sopravvivere Carla Ilenia Caiazzo, l’estetista di 38 anni aggredita ieri mattina dal suo compagno che le ha gettato addosso del liquido infiammabile a poi le ha dato fuoco. La donna è ricoverata in terapia intensiva nel Centro grandi ustionati dell’ospedale Cardarelli. Secondo i sanitari il quadro clinico è stabile, ma grave.
Non destano invece particolari preoccupazioni le condizioni della bimba che Carla Ilenia Caiazzo portava in grembo e che in ospedale è stata fatta nascere con un taglio cesareo. La piccola pesa 2 chili e 200 grammi e secondo i medici non ha riportato danni né dall’aggressione subita dalla mamma né dal parto prematuro, all’ottava mese di gestazione. Si chiamerà Giulia Pia, ha detto la nonna, che ieri è corsa in ospedale credendo che la figlia avesse avuto un incidente e li ha scoperto che a ridurla così era stato il suo compagno.
L’uomo si chiama Paolo Pietropaolo, è un quarantenne di famiglia agiata ma non ha un’occupazione precisa. La coppia abitava a Pozzuoli, in una zona nei pressi del vulcano Solfatara dove ci sono ville appartate e lussuose. Ed è stato proprio nei pressi di casa che dopo l’ennesimo litigio Pietropaolo ha versato addosso alla compagna probabilmente dell’alcol, e le ha dato fuoco.
Le grida che i vicini avevano sentito fino a quel momento – e che secondo quanto hanno riferito ai carabinieri erano tutt’altro che rare – sono diventate urla strazianti. Ed è stato proprio uno degli abitanti della zona a salvare probabilmente la vita a Carla Ilenia che in un attimo è stata avvolta dalle fiamme, accelerate anche dagli abiti in tessuti sintetici che la donna indossava e che le si sono sciolti sulla pelle. L’uomo le ha gettato addosso dell’acqua e poi l’ha avvolta con una coperta, riuscendo a spegnere il fuoco. Il primo soccorso a Carla Ilenia Caiazzo è stato prestato dai medici dell’ospedale di Pozzuoli. Ma le sue condizioni sono apparse subito troppo gravi ed è stato quindi disposto il trasferimento al Cardarelli.
Qui i sanitari si sono trovati a decidere se privilegiare la salvezza della mamma o della bambina. Hanno cercato di salvare entrambe e per adesso ci sono riusciti. Mentre i rianimatori intubavano la donna preparandola per la terapia intensiva, i chirurghi e i ginecologi le praticavano il taglio cesareo, eseguito in tempi rapidissimi.
Nel frattempo erano scattate le ricerche di Pietropaolo, che dopo l’aggressione si è messo in macchina ed è scappato lungo la statale Domiziana. Ma giunto nei pressi di Formia è stato costretto a fermarsi perché è andato a sbattere contro un guardrail. È intervenuta una pattuglia dei carabinieri che credevano di doversi occupare di un incidente, e invece l’uomo quando li ha visti ha confessato subito. È stato arrestato per tentato omicidio.

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Carla Ilenia ha sempre lavorato come estetista, si sarebbe fermata ora che il suo primo impegno sarebbe diventato quello di fare la mamma, ma non aveva mai pensato di smettere. Paolo Pietropaolo invece un lavoro non ce l’aveva. Ma non era un povero cristo disoccupato, uno che cerca un modo per guadagnare qualcosa e non lo trova. No, a lui i soldi non mancavano, era ricco di famiglia, ristoratori che in passato hanno gestito uno dei locali più famosi – o forse proprio il più famoso – della zona flegrea. Solo che lui nemmeno nei ristoranti lavorava. Ha dei terreni che gli garantiscono una rendita considerevole ed era abituato a vantarsene. «Un lavoro? E chi lo cerca», diceva. «Mi sento male solo all’idea di dover vedere sempre la stessa gente, le stesse facce». Si autodefiniva «disadattato», ma ripeteva di esserne «orgoglioso». Si sentiva pure libero da legami, e infatti ripeteva: «Non mi va di essere costretto a svegliarmi sempre nello stesso luogo». E forse per questo suo modo di essere le cose con Carla non andavano più bene, anche se adesso c’era la loro figlia in arrivo.
Paolo Pietropaolo non era un tipo facile. Non un violento, almeno non fino a ieri, ma nemmeno uno con la testa sulle spalle. Quando sono andati a digitare il suo nome sul computer, i carabinieri hanno visto comparire i riferimenti a un vecchio precedente di polizia per questioni di droga. Poi, raccogliendo informazioni su di lui, prima che venisse fermato, hanno scoperto che da tempo si sentiva sotto stress, non andava facilmente d’accordo con gli altri, anche se con gli amici non aveva assolutamente rotto. La sua ossessione era diventata un centro non lontano da casa sua dove si fa paintball, quel gioco in cui due squadre si danno battaglia sparandosi addosso proiettili di vernice colorata. Quei colpi di fucile lo snervavano. Se ne lamentava con quelli del centro e con gli amici che gli avevano consigliato di andare da carabinieri a fare una denuncia per rumori molesti.
Ma il vero problema di Pietropaolo era che Carla non voleva più stare con lui. Aveva deciso di lasciarlo nonostante la nascita della bimba fosse ormai vicina. Perciò i litigi erano diventati una cosa quotidiana, come hanno riferito alcuni conoscenti. E ieri mattina l’argomento della discussione era sempre lo stesso. Carla gli ripeteva che se ne sarebbe andata ma gli assicurava anche che non avrebbe fatto mai nulla per impedirgli di vedere la bambina quando sarebbe nata e anche dopo. Però era decisa.
I motivi che avevano spinto la donna a prendere la decisione sono ovviamente fatti suoi. Ma in ogni caso il suo compagno non ha nemmeno provato a comprenderli. E neppure l’idea che uccidendo Carla avrebbe ucciso anche la bambina lo ha fermato.
Pietropaolo era ormai completamente fuori controllo. Lo dimostra anche la fuga senza una meta, semplicemente lungo la strada che da Pozzuoli è più facile da imboccare, la Domiziana e quindi le statali che proseguono verso il Lazio. E poi l’auto che sul ponte del Garigliano sbanda e va contro un guardrail perché lui non riesce a tenerla dritta, probabilmente perché è talmente fuori di testa che non è più nemmeno capace di guidare.
Fino alla confessione a quella pattuglia di carabinieri intervenuti credendo di dover gestire un incidente stradale e che invece si sono trovati davanti uno che poteva – e purtroppo ancora potrebbe – essere un assassino. «Ho dato fuoco alla mia compagna perché sono geloso», ha ripetuto più volte Pietropaolo. Ora è rinchiuso nel carcere di Cassino accusato di tentato omicidio. Mentre Carla lotta per vivere. E se ce la farà dovrà poi fare i conti con un volto e un corpo devastati.