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 2016  febbraio 02 Martedì calendario

Tutti gli ostacoli per la legge sulle unioni civili: seimila emendamenti, votazioni segrete, partiti spaccati, piazze infuocate, i dubbi dei costituzionalisti e del Quirinale

Intorno alla «formula magica» capace di sbloccare la legge Cirinnà (unioni civili tra omosessuali e unioni di fatto tra eterosessuali) persiste una selva che andrebbe disboscata in modo da far emergere tutte le possibili trappole. Che sono tante, per un fronte e per l’altro.
Circa seimila emendamenti (cinquemila della Lega), un numero infinito di votazioni segrete, gruppi spaccati, trasversalismo esasperato, piazze infuocate, doppi giochi, i dubbi dei costituzionalisti e del Quirinale: sono queste alcune delle preoccupazioni che affollano l’agenda del governo (che resta formalmente un passo indietro pur schierando in Aula i ministri Boschi e Orlando) e del presidente del Consiglio che finora, almeno a parole, non ha ceduto di un millimetro sul nodo della stepchild adoption. In ogni caso, ricorda il Guardasigilli Andrea Orlando, «è auspicabile che la partita del ddl Cirinnà finisca bene perché noi siamo inadempienti rispetto a una indicazione della Corte di Strasburgo».
Ma la soluzione, a sentire il fronte «pro» e quello «contro» l’adozione del figliastro anche per gli omosessuali, ancora non c’è. I bookmaker di Palazzo Madama dicono che la puntata andrebbe fatta sullo schema che nel Pd in molti negano di volere: sì alle unioni civili per gli omosessuali senza però le adozioni che andrebbero a finire in una delega al governo oppure nella legge ad hoc sulle adozioni. L’ultimo a parlare in questo senso è stato il cattolico Rocco Buttiglione (Ncd): «Sì alla legge se la ripuliamo da tutti i riferimenti spuri al matrimonio (per altro incostituzionali, come ha ben ricordato il capo dello Stato), e se aboliamo l’articolo 5 sulle adozioni».
Le pregiudiziali
Dunque, si parte oggi pomeriggio nell’Aula del Senato con i due voti palesi sulle otto pregiudiziali di costituzionalità e le tre sospensive. Il fronte che punta a dichiarare incostituzionale l’intera legge Cirinnà è composto da Sacconi (Ncd), Gasparri (FI), Giovanardi, Quagliariello, Compagna e Augello (Idea), Bonfrisco (Cor), Stefani (Lega): tutti insieme dovrebbero essere 103 i voti raccolti da chi vorrebbe affossare la legge al primo colpo. Molti meno rispetto ai 112 attesi dal Pd (compatto a questa prima prova) ai quali si aggiungerebbero i 35 dei grillini, i 26 del Misto-Sel, i 20 delle Autonomie e, magari, i 19 dei verdiniani di Ala e i filogovernativi di Gal. Potenziale a favore della costituzionalità della legge: 214-217. Dopo le due votazioni di oggi, ci sarà un lunga discussione generale senza votazioni che si protrarrà fino a martedì 9 febbraio.
L’articolo 5
Ci sono 27 senatori cattolici del Pd contrari alla stepchild adoption che faranno votare a scrutinio segreto un loro emendamento sull’affido rafforzato: «Sono almeno 40 i senatori dem su questa linea ed è molto interessante la posizione di Buttiglione che ora, per la prima volta, annuncia un voto favorevole se si arriva allo stralcio dell’articolo 5. Ecco, senza la stepchild adoption ci sarebbe una larga maggioranza per una legge che ci chiede l’Europa», dice la senatrice dem Rosa Maria Di Giorgi, renziana della prima ora.
Sono stati presentati due emendamenti che potrebbero far scoppiare la pace dentro il Pd: il primo, firmato dai senatori Pagliari, Corsini, Chiti, Cociancich e altri, prevede un preaffido di due anni dopo una convivenza di almeno tre, con un autodichiarazione per atto notorio che escluda il ricorso a forme di procreazione vietate; il secondo, di Beppe Lumia, parla di un periodo di osservazione di due anni in cui il giudice vigila sul bambino adottato dal partner del genitore biologico. Però il punto di caduta, confessano molti senatori, «deve essere ancora scritto». E poi i 35 grillini, che dovrebbero compensare i 32 alfaniani, ancora non hanno anticipato il loro comportamento in Aula.
Il diritto matrimoniale
In modo non ufficiale, ma efficace, il Quirinale ha fatto sapere che nella legge Cirinnà si intravvede in controluce un «simil matrimonio» esteso alle coppie omosessuali. Per i costituzionalisti, infatti, troppi sono i rimandi del testo sulle unioni civili al diritto matrimoniale (ne sono stati contati 16) che ora il senatore Lumia ha provato a limare con un emendamento. Il «cavallo di Troia» di Gaetano Quagliariello (ex Ncd) mira a scardinare l’intera cornice della legge: «Mettiamo nero su bianco che le unioni civili tra omosessuali sono come le unioni di fatto tra eterosessuali. Così allontaniamo le prime dall’area del matrimonio».
Il «canguro» e il «controcanguro»
La Lega, presentando circa cinquemila emendamenti, ha offerto al Pd la scusa per il «canguro»: un emendamento «premissivo» firmato da Andrea Marcucci che riscrive tutta la legge e che, se approvato, fa decadere gli altri emendamenti. Ma ci sono anche i «controcanguri» della Lega: emendamenti premissivi che, se approvati, fanno decadere la legge. Il disarmo bilaterale dovrebbe avvenire in settimana.
Dunque – tornando alla selva fitta che confonde ogni percorso logico per portare a casa una legge sulle unioni civili e sulle unioni di fatto – l’opera di disboscamento dovrà terminare entro martedì 9. Da quel giorno alcune domande non potranno più essere eluse in nome della tattica parlamentare. Quando si voterà nel segreto lo stralcio delle adozioni, cosa faranno i 35 grillini (che a parole sono favorevoli alla stepchild adoption) e i 32 alfaniani (che sono contrari)? Il M5S resisterà alla tentazione di affossare l’immagine del governo? E i cattolici di Ap sapranno esser coerenti anche a costo di minare la stabilità dell’esecutivo? E, soprattutto, le correzioni in corso d’opera, saranno sufficienti per i costituzionalisti e il Quirinale?