2 febbraio 2016
L’uomo che ha dato fuoco alla moglie incinta: la bimba è nata, la donna è grave • Lo scandalo degli appartamenti del Comune di Roma affittati a meno di un euro al giorno • Chef che si suicidano • Papa Francesco interpreterà se stesso in un film? • Tra dieci anni potremo capire tutte le lingue
Bruciata 1 Ieri a Pozzuoli il quarantenne Paolo Pietropaolo, di famiglia agiata ma senza un’occupazione precisa, durante una lite con la compagna Carla Ilenia Caiazzo, estetista di 38 anni, incinta di otto mesi, le ha versato addosso dell’alcol e le ha dato fuoco. In un attimo la donna è stata avvolta dalle fiamme, accelerate anche dagli abiti in tessuti sintetici che indossava e che le si sono sciolti sulla pelle. Sentendo le sue urla strazianti un vicino è corso ad aiutarla: le ha gettato addosso dell’acqua e poi l’ha avvolta con una coperta, riuscendo a spegnere il fuoco. I medici dell’ospedale di Pozzuoli hanno cercato di salvare mamma e bambina e per adesso ci sono riusciti. Mentre i rianimatori intubavano la donna preparandola per la terapia intensiva, i chirurghi e i ginecologi le praticavano il taglio cesareo, eseguito in tempi rapidissimi. Carla Ilenia secondo i sanitari è stabile, ma grave. La piccola pesa 2 chili e 200 grammi e secondo i medici non ha riportato danni né dall’aggressione subita dalla mamma né dal parto prematuro, all’ottava mese di gestazione. Si chiamerà Giulia Pia, ha detto la nonna, che ieri è corsa in ospedale credendo che la figlia avesse avuto un incidente e li ha scoperto che a ridurla così era stato il suo compagno. Nel frattempo erano scattate le ricerche di Pietropaolo, che dopo l’aggressione si è messo in macchina ed è scappato lungo la statale Domiziana. Ma giunto nei pressi di Formia è stato costretto a fermarsi perché è andato a sbattere contro un guardrail. È intervenuta una pattuglia dei carabinieri che credevano di doversi occupare di un incidente, e invece l’uomo quando li ha visti ha confessato subito. È stato arrestato per tentato omicidio (F. B., Cds).
Bruciata 2 Paolo Pietropaolo, ricco di famiglia, ristoratori che in passato hanno gestito uno dei locali più famosi della zona flegrea, un vecchio precedente di polizia per questioni di droga, negli ultimi tempi litigava di continuo con la compagna perché lei, nonostante la nascita della bimba fosse ormai vicina. aveva deciso di lasciarlo. Ieri mattina l’argomento della discussione è stato lo stesso. Carla gli ripeteva che se ne sarebbe andata ma gli assicurava anche che non avrebbe fatto mai nulla per impedirgli di vedere la bambina quando sarebbe nata e anche dopo (Bufi, Cds).
Affittopoli Meno di un euro al giorno per un appartamento del Comune con vista sul Colosseo o sui Fori Imperiali. Pochi centesimi — per un totale di 10,29 euro al mese — per una casa a Borgo Pio, a ridosso di San Pietro. Un po’ di più per abitare a corso Vittorio Emanuele, fra piazza Navona e Campo de’ Fiori. Sono 574 gli immobili del Campidoglio che si trovano soltanto nel territorio del I Municipio finiti nel mirino del commissario straordinario Francesco Paolo Tronca e della sua segreteria tecnica perché affittati a prezzi decisamente fuori mercato. Da anni. E adesso è la caccia ai dirigenti comunali che in tutto questo tempo non hanno mai aggiornato i canoni. Le case comunali sono state date in locazione anche a facoltosi professionisti che ora tremano, proprio come i funzionari del Campidoglio che dovranno spiegare — nelle prossime settimane non è escluso che vengano convocati in procura — il motivo per cui in tutto questo tempo non si sono mai preoccupati di adeguare il prezzo degli affitti e non hanno mai controllato che in quelle abitazioni (in certi casi anche in negozi) non ci fossero gli intestatari ma altre persone. Il listino è impressionante, vergognoso se si pensa a un affitto medio nella Capitale (più di 1.600 euro al mese, che arrivano a 2.200 in centro): alloggio a corso Vittorio a 24,41 euro, vista Fori a 23,26, in via del Colosseo a 25,64. E ancora: in via dei Coronari, la suggestiva strada degli antiquari e ora percorso Giubilare (da giovedì le spoglie sante di Padre Pio saranno esposte nella chiesa di San Salvatore in Lauro), addirittura a 7,32 euro, che salgono a 57 euro per un appartamento in via Labicana, vicino San Giovanni. Ma le situazioni sospette sarebbero migliaia, in tutta Roma, e le «verifiche puntuali» — come le ha definite il Campidoglio — sono appena scattate. A questo punto il commissario Tronca vuole sapere anche «se vi siano occupazioni abusive» e come il Comune si dovrà muovere per «eventuali azioni volte a recuperare la disponibilità dei beni in capo all’Amministrazione». Tutta la documentazione finirà in una relazione per i magistrati di piazzale Clodio. Già non si escludono sgomberi, ma il danno appare incalcolabile (Frignani, Cds).
Chef Beonoit Violier, 44 anni, chef franco-svizzero dell’ Hotel de Ville di Crissier, a Losanna, si è suicidato sparandosi di notte con un fucile da caccia. Modalità simile a quella scelta da Bernard Loiseau, l’altro grande chef tre stelle Michelin che il 24 febbraio del 2003 decise di porre fine alla sua vita. In quel caso la spiegazione ufficiale fu che la guida Michelin voleva togliere una stella a La Cote d’Or, il suo ristorante in Borgogna. Per Violier si parla di un cuoco all’apice della carriera, pieno di progetti, da poco nominato miglior chef al mondo da La Liste, versione francese dei «50 best». Appassionato di caccia, due libri scritti sulla selvaggina, lascia la moglie Brigitte, che dirigeva con lui il ristorante, e un figlio. Le ipotesi sulla sua morte sono diverse: allievo di Philippe Rochat, da poco scomparso per un malore in bicicletta, era forse depresso per questo? O per la morte di suo papà in aprile? Lui aveva confessato: «Ho perso nello stesso anno due padri». Secondo gli amici però era anche «molto stressato per la gestione del ristorante». Tre anni fa s’era suicidato un altro grande chef, Joseph Cerniglia, buttandosi dal George Washington Bridge. È di pochi giorni fa il racconto-intervista del Guardian al cuoco bistellato Phil Howard, che ha svelato la sua storia di angoscia «sedata» dalla cocaina. Confessando: «Pensate che noi grandi cuochi abbiamo esistenze eccitanti? La verità è che sono degli inferni in terra» (Frenda, Cds).
Francesco Una casa di produzione fa nascere il giallo di un film «per famiglie» nel quale Francesco, si sostiene, «interpreterà se stesso» e «segna il debutto cinematografico in assoluto per qualsiasi Papa nella storia della Chiesa». Il comunicato fa il giro della Rete e rimbalza sulle agenzie di stampa: informa che «l’idea è nata da Papa Francesco», il quale «ha chiesto ai filmmaker di realizzare un film per i bambini che comunicasse il messaggio di Gesù», fa riferimento a «due associazioni di beneficienza argentine, El Almendro e Los Hogares de Cristo », cui «saranno devoluti tutti i profitti». Dal Vaticano non arrivano note ufficiali di smentita, però la sala stampa fa sapere che «non è vero» e monsignor Dario Edoardo Viganò, prefetto della Segreteria della Comunicazione della Santa Sede, dice: «Escludo che siano state girate delle scene apposta, il Papa non fa l’attore; ciò che non posso escludere è che, come è accaduto altre volte, si usino dei filmati con il Papa per inserirli nel film». In Vaticano non risulta nulla. La produzione sostiene di aver già girato «a luglio» la prima scena — il titolo è Beyond the Sun , «una storia basata sui Vangeli» — e parla di accordi presi «direttamente» col Papa. In ogni caso non sarebbe la prima volta, il precedente di un pontefice che recita se stesso davanti a una macchina da presa c’è ed è storico: nel 1942 il film-documentario Pastor Angelicus raccontò una giornata di Pio XII. Del resto, immagini vere di Giovanni Paolo II concludevano il film biografico Da un paese lontano girato nell’81 da Krzysztof Zanussi (Vecchi, Cds).
Lingue Alec Ross, che è stato consulente per l’innovazione di Hillary Clinton quando ricopriva la carica di Segretario di Stato e ora insegna alla Columbia University, nel libro The Industries of the Future (Simon & Schuster) sostiene che «grazie alle traduzioni istantanee, nel giro di dieci anni le barriere linguistiche non esisteranno più». Fra dieci anni quindi, nel 2026, arriveremo ad indossare degli auricolari capaci di comprendere qualsiasi lingua restituendola nella nostra in tempo reale. Miracolo dovuto ai bacini di dati nel cluod, a quella nuova scienza chiamata “deep learning” che permette alle macchine di apprendere con l’esperienza divenendo sempre più precise e alle reti di comunicazione mobile di prossima generazione (D’Alessandro, Rep).
(a cura di Roberta Mercuri)