La Stampa, 31 gennaio 2016
A Novara c’è una fabbrica di rubinetti che ha premiato gli assenteisti, con tanto di podio, cerimonia e polemiche
Una coppa per i tre più assenteisti, chiamati su un podio improvvisato in fabbrica. La «cerimonia», davanti a 250 lavoratori, è stata interrotta dopo le proteste dell’operaia chiamata al «secondo posto». È accaduto alla rubinetteria Nobili, a Suno, nel Novarese. L’azienda è leader nel settore e vanta fatturati in continua crescita. L’episodio risale al 23 dicembre ma è stato reso noto solo ora, dopo la presa di posizione del sindacato, che chiede le scuse dell’imprenditore. È l’antivigilia di Natale e nello stabilimento viene allestito un piccolo podio, con dei bancali, e sopra, tre coppe che l’imprenditore usa di solito per le premiazioni nelle gare di ciclismo. Le maestranze credono si tratti di una cerimonia improvvisata per gli auguri.
Prima i complimenti
Alberto Nobili, amministratore delegato dell’azienda, esordisce facendo i complimenti alle maestranze: «Anche quest’anno abbiamo ottenuto buoni risultati, ma sono rammaricato dall’alto tasso di assenteismo di un piccolo gruppo di addetti; se 172 persone non hanno mai fatto un’ora di assenza, ne abbiamo una ventina che eccedono. I primi tre addirittura con 200, 160 e 120 giorni di mutua. Non è giusto di fronte a chi è sempre presente». Nobili chiama il «terzo classificato», gli offre la coppa e riceve una raffica di proteste: «Non le auguro nemmeno la metà dei problemi di salute che ho avuto io», dice il lavoratore, che ha una invalidità del 50% e sei ernie accertate. L’industriale fa in tempo anche a pronunciare il nome della «seconda» che reagisce con altrettanta veemenza: «Come si permette di umiliarmi in questo modo? Sono stata operata alle vertebre, sono tornata a lavorare e devo usare la sedia in officina: non può offendere così la nostra dignità».
Sindacati infuriati
L’imprenditore a quel punto non va oltre: «Quello che è accaduto – dicono Rolando Bianchi, Cigl, e Marco Ticozzi, Cgil, segretari dei metalmeccanici – è inaccettabile. È stata violata la privacy e lesa la dignità dei lavoratori». Nobili prova a ridimensionare il senso dell’iniziativa: «È stato un gesto folcloristico, ma dietro c’è il problema oggettivo dell’assenteismo, di fronte al quale come imprenditori abbiamo le mani legate. Ho voluto dare un segnale a tutta l’azienda, e infatti, sarà un caso, a gennaio il tasso di assenze è crollato». «È forse giusto – aggiunge – che ci siano lavoratori che si danno da fare, sudano e faticano, sono sempre presenti e attivi, e debbano prendere lo stesso stipendio di chi se ne sta a casa per mesi? Secondo me no. Mi è sembrato opportuno intervenire, per una questione di giustizia. I lavoratori non vogliono che i loro nomi siano associati a quelli dei mille furbetti che abitano uffici e aziende d’Italia. E si sfogano: «Siamo vittime di un trattamento vergognoso. Non ci saremmo mai aspettati una cosa del genere nella nostra azienda. È ancora un diritto farsi operare e curare o ci hanno tolto anche questo?».