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 2016  gennaio 31 Domenica calendario

L’arte di camminare spiegata con Chatwin, Thoreau e Freud

Camminare è un modo di vivere, una maniera anche scientifica di affrontare l’esistenza. Secondo una ricerca pubblicata nel National Geographic di gennaio chi si immerge nella natura almeno 15 minuti al giorno acquisisce maggiore sensorialità e benessere di chi trascorre lo stesso lasso di tempo in mezzo al cemento di una metropoli. Edizioni dei Cammini nasce dalla collaborazione fra Lit edizioni e Luca Gianotti, fondatore della Compagnia dei Cammini e uno dei più noti e riconosciuti maestri italiani dell’arte del camminare. I titoli usciti rappresentano un inno al cammino, all’arte di andarsene per il mondo con uno scopo ben preciso o da flaneur, la figura che secondo Milan Kundera «contempla le finestre del buon Dio». Da In cammino verso il Watchusset di Henry David Thoreau (una specie di ascesa al Monte Ventoso di Petrarca secoli dopo), a Le strade delle montagne di Mary Austyn (tre racconti tratti da The land of little rain e pubblicati per la prima volta in Italia), da Camminare di David Le Breton (già autore per Feltrinelli dell’ineludibile Il mondo a piedi – 2001 ), a un libro per bambini (coloratissimo come l’arcobaleno e tutto spiegato in rime alla Rodari), La borraccia delle parole, questa casa editrice sforna a getto continuo libri monotematici. Ma camminare può considerarsi un tema monotòno?
Sigmund Freud era solito uscire ogni pomeriggio dalla casa – studio di Vienna per compiere una passeggiata di almeno due ore con l’immancabile sigaro pendulo dalla bocca ed il suo bastone prima di riprendere ad ascoltare i propri pazienti fino alle 9 di sera. Indro Montanelli, insonne di razza, ha più volte confidato a Roberto Gervaso di avere ripetutamente cercato di forzare il proprio corpo camminando. Bruce Chatwin sarebbe mai esistito come scrittore senza In Patagonia, un cammino attraverso una delle lande più affascinanti e rigide del mondo? Oliver Sacks, il quale resta legato ad opere letterarie e scientifiche rivoluzionarie come Risvegli ha fatto capolino ancora nell’ultimo mese del 2015 con un’opera postuma che tutti dovrebbero leggere per capire quanto sia importante andare sulle proprie gambe non soltanto per scrivere, ma anche per essere: In movimento. Sacks racconta che un giorno, in Norvegia, si trovò davanti ad un cartello apposto all’inizio di un sentiero con il quale i camminatori venivano avvertiti dell’esistenza di un pericoloso toro. Pensò ad una specie di scherzo delle popolazioni nordiche ma in realtà l’avvertimento era talmente fondato che per sfuggire al monumentale toro trovato ad una svolta del sentiero si ruppe una gamba e dovette stare ricoverato per mesi con l’arto in trazione. Da quell’esperienza dannatamente pericolosa – il neurologo venne ritrovato per caso ed in stato di quasi ipotermia – nacque il libro Su una gamba.
Camminare è libertà di andare dove si vuole. Ma anche un modo per conoscere le persone e le storie dimenticate. Lo sa bene Luca Gianotti, il direttore del Festival del Camminare di Bolzano, il quale ha scritto un redivivante La spirale della memoria, dedicato al terremoto che sconvolse la Marsica nel 1915 da tutti dimenticato. Il libro (pubblicato da Edizioni dei Cammini, of course) è un viaggio a piedi nell’Abruzzo di ieri e di oggi, dove rivivono scrittori come Ignazio Silone (Fontamara ed i cafoni sono dedicati alla terra), oppure Gabriele D’Annunzio, e luoghi immaginifici come soltanto l’Abruzzo nasconde. Camminare può diventare una terapia anche contro la solitudine anche se essa aiuta lo scrittore. Robert Walser ha scritto forse uno dei racconti migliori sul tema, anzi il racconto perfetto, dal titolo La passeggiata (Adelphi), in cui lo scrittore ci dice quanto sia importante camminare in solitario perché è nella condizione di singolarità dell’uomo che si possono cogliere tutte le infinite sollecitazioni del divenire: «Lei non crederà assolutamente possibile che in una placida passeggiata del genere io m’imbatta in giganti, abbia l’onore d’incontrare professori, visiti di passata librai e funzionari di banca, discorra con cantanti e con attrici, pranzi con signore intellettuali... Eppure ciò può avvenire, e io credo che in realtà sia avvenuto». Walter Bonatti ha costruito reportage indimenticabili sulle colonne di Epoca, traversando le lande più inesplorate del mondo. La paura è come il cammino. Passa e non ritorna mai sui propri passi.