il Fatto Quotidiano, 1 febbraio 2016
In difesa di Fazio, che si è fatto espellere dall’Ordine dei giornalisti per fare pubblicità
Da qualche giorno stiamo vedendo le nuove pubblicità di una nota azienda di telecomunicazioni, di cui non faremo il nome per non incappare nelle ire di qualcuno. La campagna ha tre testimonial: Fabio Fazio, Pif, e l’inventore di Internet Tim Berners-Lee. È successo un gran casino perché Fabio Fazio, conduttore di Che tempo che fa, è iscritto all’ordine dei giornalisti della Liguria. E secondo le norme dell’ordine è vietato “prestare il nome, la voce, l’immagine per iniziative pubblicitarie incompatibili con la tutela dell’autonomia professionale”. Norma sacrosanta.
Due parole su Fazio, che non è giornalista professionista (il che vuol dire solamente che non ha fatto il cosiddetto “esame di Stato”, sulla serietà del quale è meglio sorvolare), ma è iscritto come pubblicista.
Lui stesso ha chiesto (prima) la cancellazione, in caso d’incompatibilità: “Il 26 novembre scorso, prima di iniziare le riprese della campagna pubblicitaria, (…) ho informato l’Ordine del fatto di accingermi a prestare il mio nome, la mia voce e la mia immagine per una campagna pubblicitaria istituzionale promossa da (…) sui vantaggi delle nuove tecnologie e delle nuove forme di telecomunicazione”. Ora è in attesa di conoscere il verdetto del Consiglio di disciplina, organo cui spetta questo compito.
State pensando chissenefrega? Avete ragione. Ma c’è un ma. Fazio fa il conduttore in tv, Che tempo che fa non è una testata giornalistica. Un articolo su Wired.it sottolinea che Fazio è percepito più come un conduttore televisivo che come un giornalista. Vero, ma se nel bel mezzo di un casino epocale sulle banche invita il governatore della Banca d’Italia in prima serata, dovrebbe fargli anche la famosa seconda domanda: non sempre il raccontino (naturalmente non riguarda solo Visco, ma tutti i politici che passano per Che tempo che fa e a vario titolo hanno responsabilità di governo) propinato corrisponde al vero. E i clienti del servizio pubblico sono i cittadini. Ma attaccare Fazio perché fa la pubblicità (in passato è stato testimonial di altri spot) è veramente fazioso.
Tanto per dire: l’ordine dei giornalisti della Lombardia si preoccupa di una foto pubblicata da Chi in cui il ministro Marianna Madia mangia il gelato in compagnia del marito, ma non ci pensa due volte a riammettere Renato Farina, che si era dimesso prima di essere radiato per il coinvolgimento nel caso Abu Omar (è stato condannato per favoreggiamento).
Domanda: chi critica Fazio ha mai dato un’occhiata, anche solo una sbirciatina, ai maggiori quotidiani italiani? Ha mai letto le pagine di cosiddetto “tempo libero”? Se l’avesse fatto, avrebbe scoperto che i giornali sono un ricettacolo di marchette per ogni sorta di prodotto, dall’hi-tech alle creme, dall’alta moda ai profumi passando per formaggi, orologi, vini e borse. Davvero: ma di che cosa parliamo?