la Repubblica, 1 febbraio 2016
La strage di Damasco e i colloqui di Ginevra
La notizia peggiore arriva direttamente da Damasco, dal “fronte” di guerra. Un attentato dell’Is contro un importante mausoleo sciita in un sobborgo della capitale ha fatto 60 morti. Ma la notizia più interessante per il negoziato Onu che riparte qui a Ginevra arriva dal mediatore Staffan De Mistura: da oggi inizierà a fare la spola fra le due delegazioni, chi vuol far saltare il tavolo della pace dovrà alzarsi e assumersi la responsabilità di questo ennesimo fallimento che lascerebbe ancora più spazio allo Stato islamico.
Inseguiti negli alberghi in cui si sono installati, i membri della delegazione del governo e quelli dell’” High Negotiations Committee” dell’opposizione ieri reagivano quasi con gelido distacco chi faceva domande sull’attentato del giorno. L’Is ha piazzato prima un’autobomba vicino al mausoleo della Sayyida Zeinab, un luogo di pellegrinaggio sciita a sud di Damasco, e poi ha fatto saltare in aria anche due kamikaze: oltre ai 60 morti ci sono 120 feriti. Ma ieri a Ginevra per i delegati dell’una e dell’altra parte anche questa strage sembrava solo uno strumento in più per la schermaglia politica.
«Il governo siriano vuole mettere fine a queste stragi dei terroristi», diceva il capo dei governativi, l’ambasciatore di Damasco all’Onu Bashar al-Jaafari. «Ma questi dell’opposizione arrivati qui a Ginevra non sono seri, non si capisce cosa siano venuti a fare». L’opposizione pone condizioni: «Ci aspettiamo che l’altra parte faccia passi in avanti, che inizi a fare entrare aiuti nelle città assediate, liberi donne e bambini, interrompa gli attacchi contro la popolazione», dice Bassam Kadamani, uno dei negoziatori.
L’opposizione è arrivata a Ginevra sabato sera, dopo una raffica finale di telefonate di De Mistura ai sauditi e a chiunque avesse influenza su di loro. Il gruppo raccolto sotto la sigla “High Negotiations Committee” è stato creato seguendo una direttiva approvata dall’Onu a Vienna il 14 novembre, ma individuato da colloqui che si sono tenuti in Arabia Saudita. Sono rimasti fuori gruppi, come i curdi o come alcuni gruppi siriani “liberali” che l’Arabia Saudita non protegge e non arma, ma che pure sono presenti in Siria.
Ieri mattina De Mistura si è inventato una “visita di cortesia” nell’albergo dell’opposizione per avviare il dialogo: quelli dell’Hnc non sono voluti entrare al Palazzo delle Nazioni dell’Onu. Oggi incontri separati, alle 11 con il governo, alle 17 con l’opposizione.
I primi problemi ci saranno con la composizione dell’Hnc: il coordinatore è Riad Hijab, ex primo ministro di Assad per due mesi prima di passare all’opposizione. Il Capo negoziatore però sarà Mohammed Alloush, dell’Esercito dell’Islam, un gruppo salafita finanziato dai sauditi. Poi ci sono i membri di “Harar al Cham”, un altro gruppo integralista che Damasco considera terrorista, tanto che ieri il capo delegazione Jaafar ha detto che «con questi non è possibile neppure iniziare a negoziare». Vedremo, da Ginevra la strada per Damasco sembra lunghissima.