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 2016  gennaio 30 Sabato calendario

Oxford non fa cadere Rhodes

«Siamo la prima razza al mondo e più territori abiteremo meglio sarà per l’umanità».«Diritt iuguali per tutti gli uomini civilizzati a sud del fiume Zambesi». Sono alcune delle frasi attribuite a Cecil Rhodes (1853-1902), miliardario e uomo politico inglese, divenuto simbolo del suprematismo bianco e del colonialismo in Africa. La seconda proposizione in realtà suonava originariamente come «uguali diritti per tutti gli uomini bianchi», ma Rhodes poi spiegò meglio ai giornali cosa intendeva. Precisazione che aiuta a capire come mai Rhodes divida con il re Leopoldo II del Belgio il gradino più alto del podio delle personalità più odiate dalla gente di colore. A tal punto che gli studenti neri sudafricani hanno creato un movimento dal nome «Rhodes deve cadere» che si propone di fare abbattere le non poche statue erette nel mondo anglosassone a ricordo del figlio del vicario dell’Hertfordshire divenuto, fra l’altro, creatore della compagnia diamantifera De Beers. Dopo i primi, facili successi contro i monumenti negli atenei del Continente nero, la campagna ha puntato al bersaglio grosso: Oxford. Era l’alma mater di Cecil il quale, morto nel 1902 enormemente ricco e scapolo (era probabilmente omosessuale, sicuramente misogino) lasciò gran parte dei suoi averi a un fondo che promuovesse la formazione universitaria di ragazzi nati nelle colonie britanniche, nelle ex colonie (Rhodes sognava di riannettersi gli Stati Uniti) e in Germania (era un razzista che vedeva lontano, a quanto pare). Erano nate le «Rhodes Scholarships», le prime borse di studio internazionali. Per studiare a Oxford, nel college in cui si era formato lo stesso Cecil: l’Oriol. Nei 114 anni fin qui trascorsi, hanno beneficiato degli aiuti circa 8mila persone. E Oriol ha omaggiato il finanziatore con una statua posta sulla facciata. Ai primi di gennaio la campagna iconoclasta era riuscita a far votare una risoluzione alla potente società Oxford Union che chiedeva l’abbattimento di quella statua. Oriol ha fatto un sondaggio interno da cui sarebbe emersa una «schiacciante maggioranza» a favore del mantenimento del monumento al munifico razzista. La statua, ha spiegato la direzione, ci ricorda quanto la nostra storia sia ricca di complessità. Ma, secondo il «Telegraph», la ragione è che alcuni ricchi ex studenti hanno minacciato di far saltare finanziamenti per 100 milioni di sterline. Non poche, un vero fardello dell’uomo bianco.