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 2016  gennaio 29 Venerdì calendario

Il Giappone ha accolto solo 27 profughi (nessun islamico)

Altro che sospensione di Schengen, a Tokyo! 7856 sono state le richieste di asilo nel corso del 2015. Ma ne sono state accolte solo 27. Proporzione dei respingimenti: il 99%. Eppure, la cifra di chi spera di essere accolto come rifugiato in Giappone è cresciuta costantemente, negli ultimi cinque anni, anche se siamo ben lontani dall’oltre un milione di domande arrivate nel corso dell’anno scorso in Germania. I richiedenti asilo venivano da 69 Paesi diversi: ai primi posti 1768 nepalesi, 969 indonesiani, 926 turchi e poco più di 800 birmani. I 27 accoglimenti sono in cifra relativa un balzo portentoso, rispetto alle 11 concessioni su oltre 5000 domande del 2014, e alle 6 concessioni del 2013. Ma in cifra assoluta restiamo a livelli infimi. Peraltro, i primi a non farsi illusione sull’ospitalità del Sol Levante sono proprio i siriani. Su 4 milioni in fuga dal martoriato Paese medio-orientale, solo cinque hanno pensato di bussare alle porte di Tokyo, che peraltro si potrebbe pure pensare che un occhio di riguardo glielo ha riservato, visto che ha deciso di accoglierne tre: un 60% di sì che dato il contesto potrebbe anche essere considerato clamoroso. In testa agli accoglienti sono anche l’Afghanistan, con sei; l’Etiopia, con tre; e lo Sri Lanka, pure con tre. Il Ministero della Giustizia di Tokyo riferisce inoltre di 79 permessi di residenza temporanea per motivi non strettamente umanitari, mentre secondo gli ultimi dati dell’Agenzia Onu per i rifugiati vi sarebbero in tutti in Giappone 2419 persone, su un totale di oltre 128 milioni di residenti.
Gli Stati Uniti di rifugiati ne ospitano 267.222 su oltre 325 milioni di residenti, mentre la Turchia ha 1,8 milioni di rifugiati su circa 78 milioni di abitanti. Esiste anche un’associazione giapponese per i rifugiati che chiede di fare di più. Ma per il primo ministro Shinzo Abe il Giappone deve migliorare la qualità della vita dei propri cittadini, prima di poter accogliere i rifugiati siriani. «È una questione demografica», ha dichiarato a margine dell’Assemblea generale dell’ Onu a New York. «Dobbiamo incrementare il nostro tasso di natalità». Peraltro, il Giappone ha stanziato 720 milioni di euro in aiuti ai popoli siriano e iracheno, e altri 668 milioni verranno investiti in sforzi per riportare la pace in Medio Oriente. Insomma, il governo di Tokyo per lo meno non è ipocrita, quando dice che preferisce aiutare i richiedenti asilo a casa loro. Un particolare trattamento, in senso negativo, il Giappone lo riserva agli islamici la cui fede è troppo esclusivista e problematica per i gusti nipponici e poco gradita in tutti i sensi. I musulmani in tutto il Paese sono tra i 70.000 e i 100.000: meno dell’1%, e appena uno su dieci di questi ha la cittadinanza. Ecco spiegato anche perché in Giappone non esiste terrorismo islamico.