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 2016  gennaio 29 Venerdì calendario

Il mercato a volte è troppo emotivo, impaziente, spesso insofferente e questo lo porta a sbagliare

Il mercato non sempre ha ragione. A volte è troppo emotivo, impaziente, spesso insofferente e questo lo porta a sbagliare. Quando rifugge a gambe levate dalle complessità, perchè teme l’inganno, reagisce oltremodo male e amplifica, esaspera. Di questi tempi, poi, il mercato non è di buon umore: la Fed che rialza i tassi, la Cina che rallenta, gliemergenti allo sbando, la volatilità ingestibile di materie prime e petrolio, l’inflazione che in Europa cala invece di salire, i rischi oscuri della geopolitica. Una overdose di incertezza. Voglia di mandare giù rospi, il mercato ne ha veramente poca: e invece ecco che arriva l’Italia con un condensato indigesto di problematiche bancarie tutte da risolversi in fretta e furia e con l’aiuto proprio dei mercati, nonostante la tempistica sia infelice, mentre si avvia il cambiamento epocale innescato dal primo gennaio con il nuovo meccanismo di risoluzione bancaria, il bail-in. Troppa carne al fuoco, ed è quella dei rospi, oltretutto.
Le banche italiane avranno le loro colpe, ma stanno pagando un prezzo alto anche per colpe altrui: il crollo di 9 punti di Pil e l’alto debito pubblico che ha limitato la capacità di reazione del sistema-Italia alla Grande Crisi (da qui un rating sovrano mediocre); un tessuto industriale dominato per decenni da PMI sottodimensionate e sottocapitalizzate rispetto agli standard europei; l’arretratezza economica del Sud abbinata a un eccessivo numero di banche piccole legate al territorio; l’avvio di un bail-in punitivo proprio per le peculiarità italiane (l’Italia avrebbe preferito lasciar fuori i senior bond già in circolazione oppure partire dal gennaio 2018, ma non è stata ascoltata); il doppio ritardo della riforma delle BCC e del riassetto delle banche popolari.
La garanzia GACS ideata per velocizzare e facilitare la cessione delle sofferenze bancarie è arrivata dunque come la goccia che ha fatto traboccare il vaso già colmo dei mercati.
Un’unica grande bad bank, il modello oultrasemplificato, non è percorribile. Un’altra soluzione che i mercati avrebbero riconosciuto (usata per esempio dal Fei, il fondo di private equity della Bei) sarebbe stata quella di un intervento del Tesoro con acquisto diretto (magari a tempo) delle tranche junior o mezzanine: il divieto sugli aiuti di Stato ora più severo in ambito bancario perchè contro il principio fondamentale del bail-in (stop alla socializzazione delle perdite bancarie), non l’ha reso possibile.
Ecco allora spiegata la garanzia dello Stato italiano, che nonostante il rating minimo sovrano BBB- si presenta come game changer per le sofferenze bancarie: questo è quanto il Tesoro e le banche devono ora riuscire a spiegare a mercati già molto frastornati e indisposti. La tesi del Mef è che il collegamento tra garanzia e beneficio sulle sofferenze esiste, a ben guardare: senza garanzia, il veicolo che acquista le sofferenze deve pagare un elevato rendimento sulla tranche senior perchè è un bond per palati fini, per pochi investitori istituzionali specializzati. Qualcosa come 4% o anche 5%. La garanzia GACS ambisce a trasformare questo titolo ABS su NPLs in un “proxy”, un fratellastro dei BTp (e idealmente utilizzabile come collaterale nel QE e operazioni di rifinanziamento della Bce) allargando e molto la platea degli investitori interessati: un colpo d’ala che dovrebbe riuscire ad abbattere il rendimento di 2 punti percentuali o anche più, al netto del costo del premio di liquidità (una cartolarizzazione non sarà mai tanto liquida sul mercato secondario cioè liquidabile come un BTp) e la spesa per l’esborso stesso per la garanzia. Il veicolo, pagando meno il suo costo della raccolta sui senior bond, dovrebbe essere in grado di aumentare il rendimento sulle tranche più strettamente legate al rischio del recupero crediti sulle sofferenze, le junior e mezzanine. E questo, in soldoni, dovrebbe consentire alle banche di cedere le sofferenze a un prezzo più alto. Tutto questo per ora è sulla carta: è una proiezione, le GACS non esistono ma esisteranno. Non resta che sperare che quando queste garanzie entreranno effettivamente in circolazione, i mercati saranno almeno di buon umore.