Corriere della Sera, 29 gennaio 2016
Cosa cambia per le partite Iva. Tutto quello che c’è da sapere
Un sostegno universale per i più poveri, che inizialmente dovrebbe interessare una platea di un milione 150mila persone. Riordino delle prestazioni assistenziali, senza toccare quelle in essere e in ogni caso quelle per i disabili. Estensione delle tutele contrattuali, di malattia e maternità e sgravi fiscali specifici per i lavoratori autonomi non imprenditori. Una prima disciplina di base per il cosiddetto «lavoro agile» o smartworking, quello subordinato ma svolto in parte fuori dai locali aziendali, grazie ai nuovi strumenti tecnologici. Sono questi i temi affrontati nei due disegni di legge approvati dal consiglio dei ministri.
Il primo riguarda il contrasto della povertà ed è un disegno di legge delega, che quindi, dopo l’approvazione in Parlamento, richiederà una serie di decreti di attuazione che saranno emanati dal governo entro sei mesi. Il secondo, quello su lavoro autonomo e smartworking, è un disegno di legge semplice, che entrerà in vigore dopo che Camera e Senato lo avranno approvato.
«Istituiamo una misura nazionale di contrasto alla povertà, individuato come livello essenziale delle prestazioni da garantire su tutto il territorio nazionale», ha detto il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. «L’intervento – ha aggiunto – è previsto su due binari. Un sostegno al reddito della persona e una presa in carico per far si che la famiglia in condizione di povertà possa uscire da quella condizione».
La platea interessata è stimata in circa 280mila famiglie con 550mila figli minori, per un totale di 1.150.000 persone. Per quest’anno la legge di Stabilità ha stanziato 600 milioni, che possono quindi finanziare un intervento del valore di 2.142 euro in media a famiglia. Il fondo salirà a un miliardo dal 2017. Ma la delega prevede anche la razionalizzazione delle prestazioni che fanno capo a Regioni ed enti locali e la riforma dell’assistenza, dalla quale arriveranno altre risorse. Nel mirino ci sono le maggiorazioni sociali e le integrazioni al minimo sulle pensioni degli italiani residenti all’estero. E potrebbe essere esteso l’utilizzo dell’Isee, l’indicatore della ricchezza familiare (anziché individuale), per ottenere le prestazioni assistenziali.
Il secondo disegno di legge l riguarda invece i lavoratori autonomi non imprenditori. Una platea di 220.550 partite Iva iscritte alla gestione separata Inps, secondo la Cgia di Mestre. «Cerchiamo di fare in modo che i soggetti non vengano colpiti da contratti capestro, afferma il ministro. Tra le misure: la possibilità di dedurre le spese di formazione fino a 10mila euro l’anno e quelle per le certificazioni professionali fino a 5mila euro l’anno; l’indennità di maternità per 5 mesi anche se il professionista non si astiene dal lavoro; la possibilità di sospendere i contributi in caso di malattia grave.
Più garanzie su maternità e malattia, rinvio per i contributi
Il disegno di legge sul lavoro autonomo prevede il rafforzamento della tutela della maternità e della malattia per i lavoratori autonomi non imprenditori. In particolare, si stabilisce il diritto di percepire l’indennità di maternità spettante per i due mesi antecedenti la data del parto e i tre mesi successivi, indipendentemente dalla effettiva astensione dall’attività lavorativa. Finora, invece, la corresponsione dell’indennità era legata all’obbligo di non lavorare. Vincolo che metteva in difficoltà molte lavoratrici autonome rispetto agli impegni presi con i committenti. Il provvedimento estende anche la durata e l’arco temporale entro il quale tali lavoratori possono godere dei congedi parentali: fino a un massino di sei mesi entro i primi tre anni di vita del bambino.
In caso di malattia grave (oltre 60 giorni) è prevista la sospensione del versamento dei contributi sociali fino a un massimo di due anni.
Smartworking Tutele e parità di retribuzione per l’occupazione «agile»
La seconda parte del ddl introduce tutele per il «lavoro agile» o smartworking, cioè quello subordinato ma svolto in modalità flessibili rispetto ai luoghi e ai tempi di attività.
È previsto che: 1) il lavoratore che presta l’attività di lavoro subordinato in modalità agile ha diritto di ricevere un trattamento economico e normativo non inferiore a quello complessivamente applicato ai lavoratori che svolgono le medesime mansioni esclusivamente all’interno dell’azienda.
2) Gli incentivi di carattere fiscale e contributivo eventualmente riconosciuti in relazione agli incrementi di produttività ed efficienza del lavoro subordinato, siano applicati anche quando l’attività lavorativa sia prestata in modalità di lavoro agile.
3) Il datore di lavoro garantisce al lavoratore che svolge la prestazione in modalità smartworking il rispetto delle norme in materia di salute e sicurezza.
Arriva l’assegno per 280 mila famiglie, collocamento al lavoro
Il disegno di legge delega il governo a emanare entro sei mesi dall’approvazione del provvedimento in parlamento un decreto attuativo per l’introduzione di «una misura nazionale di contrasto alla povertà basata sul principio dell’inclusione attiva». Verrà cioè predisposto per ogni famiglia beneficiaria un progetto di inclusione sociale e lavorativa sostenuto non solo da un assegno di integrazione del reddito ma anche da un’offerta di servizi di formazione e collocamento nel mercato del lavoro.
La platea interessata, secondo le stime del ministero del Lavoro, è di circa 280mila famiglie con 550 mila figli minori, per un totale di 1.150.000 persone. In Italia i soggetti in condizioni di povertà assoluta, cioè non in grado di acquistare un paniere di beni essenziali, sono 4,1 milioni, secondo l’Istat. La legge di Stabilità stanzia 600 milioni per il contrasto alla povertà nel 2016, che saliranno a un miliardo dal 2017.
Le prestazioni assistenziali saranno legate alla dichiarazione Isee
Per reperire nuove risorse per finanziare l’assegno universale di contrasto alla povertà e i servizi connessi, il governo è delegato a riformare le prestazioni assistenziali e quelle previdenziali «sottoposte alla prova dei mezzi», ovvero condizionate al possesso di determinati requisiti economici. In particolare, potrebbe arrivare una stretta sulle integrazioni al minimo e sulle maggiorazioni sociali delle pensioni degli italiani residenti all’estero.
Più in generale, il governo studierà come utilizzare maggiormente l’Isee, l’indicatore sintetico della ricchezza familiare, che tiene conto non solo dei redditi ma anche della situazione patrimoniale. Di conseguenza i requisiti per alcune prestazioni assistenziali che oggi si esauriscono nel reddito individuale potrebbero diventare più severi con l’Isee. Tuttavia, la delega esclude che la riforma possa colpire le prestazioni in essere e quelle a beneficio dei disabili.