la Repubblica, 28 gennaio 2016
La storia di Johanna Konta, una ragazza simpatica, oltre che brava a tennis
Accendo la Televisione, sicuro soltanto di vedere quel grande perdente di Ferrer, giunto senza smarrire set ai quarti, lasciarne tre a Murray, e mi trovo improvvisamente di fronte ad una sorridente sconosciuta, inglese, che sta confrontandosi con una cinese. Mi chiedo dapprima se, per un caso curioso, le immagini non si riferiscano alle qualificazioni, ma le tribune piene di pubblico mi convincono presto che si tratti di un match di rilievo, addirittura di un quarto di finale, e ascolto l’arbitro pronunciare il nome delle due protagoniste, Johanna Konta e Zhang Shauai. Zhang è cinese, e dopo le affermazioni della cara Li Na, dal giorno in cui mi disse «siamo ancora pochi milioni a giocare, al mio paese», hanno preso ad imitarla in molte. E questa Zhang, tra tutte, è certo un’imitatrice attenta, e di qualità. Ma l’altra, mi domando, dove posso averla vista? Forse due anni fa, passando distratto nei vialetti delle qualificazioni di Wimbledon? Simile confusa ipotesi mi viene confermata non appena ritrovo il nome Konta nei tabelloni dell’anno scorso, dove la ragazza ha avuto accesso agli ottavi di Parigi e dello US Open. E dal tifo del pubblico, che rimane in fondo composto di sudditi del Fu Commonwealth, anche se il Torneo reca ormai il titolo di Grand Slam dell’Asia.Johanna Konta possiede infatti un passaporto britannico, ed erano decenni che un british subject non arrivava tanto avanti nel torneo di Melbourne, dai tempi di Jo Durie, nel 1983. Dal suo patronimico, Konta, viene suggerito che la nuova Giovanna non viene dalla Gran Bretagna. I genitori giunsero dall’Ungheria invasa dall’Armata Rossa, non in Inghilterra, ma invece nella lontana Australia. Un altro viaggio, ben più pacifico, li riportò in Inghilterra, dove papà Gabor, albergatore, e mamma Gabriella, dentista, poterono permettersi di chiedere ospitalità ad un club di tennis per la loro piccola.E riecco Johanna in Australia, ed ecco i miei amici cronisti anglosassoni chiederle se si senta più australiana o britannica. Senza probabilmente conoscere il mio concittadino Plinio il Vecchio, Johanna risponde «La casa è dove si trova il cuore».Simpatica, oltre che brava con la racchetta.