Il Messaggero, 28 gennaio 2016
L’Atletico Madrid si quota a Wall Street
In un momento segnato da una totale incertezza economica, anche il calcio prova ad esplorare nuove mappe, specie al di là dell’Atlantico. La novità affiorata ieri piove dalla Spagna e racconta di un imminente sbarco dell’Atletico Madrid del presidente Enrique Cerezo e di altri club europei nel porto di Wall Street. In sostanza, secondo il quotidiano spagnolo Expansion, insieme ad alcune società inglesi, tedesche e francesi, i colchoneros avrebbero costituito un fondo di circa 67 milioni di euro in America, e ne avrebbero cominciato a vendere i bond (ovvero le obbligazioni) a diversi investitori internazionali. Per entrare nello specifico, bisogna sottolineare inoltre che all’interno del fresco «veicolo finanziario» i club avrebbero riversato soldi legati ai diritti televisivi e vari ricavi connessi alle operazioni di calciomercato. E non è neppure da escludersi che nell’operazione sia coinvolta pure qualche società della nostra serie A. Insomma, l’ingegneria finanziaria avvitata al pallone è ormai decollata dai campetti e ha raggiunto livelli di volo altissimi. Ma, d’altronde, va annotato che già da tempo molti proprietari hanno cercato di diversificare la natura delle proprie entrate, tralasciando il mercato e i diritti tv, e votandosi soprattutto agli investimenti borsistici. Tanto per ricordarlo, il Manchester Utd è approdato nel listino dell’indice Dow Jones nel 2012. A stringere, questa tendenza non è altro che il riflesso diretto di un’assillante mancanza di denaro. Perché, ad eccezione delle potenze mondiali, la maggioranza dei club europei vive un’asfissiante rincorsa a un treno già lontano all’orizzonte.