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 2016  gennaio 28 Giovedì calendario

Alle balene femmine piacciono i maschi che saltano più in alto

Salti fuori dall’acqua. Tonfi clamorosi. Grandi colpi di coda. Per le balene a Samanà è cominciata la stagione degli amori, con tutte le attività ginniche connesse. Buon per loro, ma anche per noi viaggiatori della specie umana, che arriviamo qui e abbiamo la possibilità di vederle in gran numero concentrate in una sola baia della Repubblica Dominicana. Nel resto dell’anno non è mica facile incontrare le balene: bisognerebbe inseguirle nell’Atlantico, dove stanno sparpagliate a fare scorpacciate di plancton. Ma in questo periodo, cioè fra la metà di gennaio e la metà di marzo, si danno convegno proprio a Samanà per la loro spettacolare danza dell’amore.
La baia le attira con le sue acque tiepide e tranquille. Il corteggiamento (chissà perché) non avviene all’interno del golfo ma alla sua imboccatura, o nello specchio d’acqua che sta lì davanti. Noi umani arriviamo su piccole barche dal profondo della baia, partendo dal porticciolo dominicano di Santa Barbara; e appena doppiato il banco di sabbia di Cayo Levantado le balene cominciano a farsi vedere in gran numero.
Agili nonostante la mole
Avvicinare questi colossi è un po’ avventuroso ma non pericoloso. Ci si arriva con piccoli motoscafi veloci e l’unico problema è il vento, che se non state attenti vi chiede un tributo. Quanto alle balene no, loro non attaccano mai le barche e neppure fanno danni per sbadataggine (e con quella mole sarebbero anche giustificate). Dice Carlos, la nostra guida di giornata: «Il peggio è stata la volta che ero lì tranquillo e all’improvviso ho visto un’ombra alle mie spalle come una montagna. Era una balena che è emersa di muso a pochissimi metri dalla barca. Forse voleva darci un’occhiata da vicino. C’è stata una grande ondata, ma a parte questo non ci ha fatto niente. E in tanti anni è l’unico caso che mi è capitato». A quanto pare, di solito si stabilisce una mutua intesa fra esseri umani e balene per tenersi a rispettosa distanza. Certo più ravvicinato è l’incontro e più c’è da raccontare dopo.
Il repertorio della danza dell’amore prevede varie figure: c’è l’uscita di slancio fuori dall’acqua in verticale, fino a metà o anche a due terzi della lunghezza del corpo; c’è il colpo di coda sulla superficie delle onde con grande effetto «splash»; e c’è l’acrobazia più spettacolare di tutte, cioè il salto con tutto o quasi tutto il corpaccione in volo al di sopra della superficie e con ricaduta col botto, in tre versioni: di pancia (la più rara), di fianco, oppure di schiena.
È una bella fortuna che a Samanà le balene saltino con tanta gagliardia, altrimenti non le vedremmo quasi per niente se non immergendoci con le bombole. Beh no qualcosa vedremmo comunque, cioè il classico zampillo dorsale che è sempre spettacolare, ma i salti sono meglio.
Ma perché le balene saltano? In realtà non lo sappiamo per certo. Siccome lo fanno con più frequenza nella stagione degli amori, si ritiene che il balzo sull’acqua sia soprattutto una forma di esibizione dei maschi: più forte è il tonfo nella ricaduta e più le femmine si convincono di avere a che fare con un partner vigoroso, da preferire nella scelta. Almeno questa è l’ipotesi degli zoologi. Ma a volte le balene saltano anche al di fuori della stagione riproduttiva: forse il rimbombo post-balzo fa parte del repertorio di suoni con cui i capibranco riuniscono la famiglia quando si è dispersa su una superficie troppo vasta, per esempio dopo una tempesta. C’è persino chi ritiene che questi salti con splash servano a liberare gli animali da certi parassiti, anche se a noi incompetenti non sembra una soluzione molto pratica.