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 2016  gennaio 28 Giovedì calendario

La Georgia del Sud, dove prima regnavano i balenieri e oggi vanno a riprodursi otarie e pinguini

Le vette rocciose dell’isola emergono come fantasmi dall’oceano antartico, avvolte in brume ghiacciate mentre il vento e le tempeste di neve flagellano le sue coste per buona parte dell’anno: vivere qui è quasi impossibile e infatti i suoi abitanti fissi si possono contare sulla punta delle dita. Ma c’è una folla brulicante, puzzolente e chiassosa, che popola le sue spiagge, gli scogli, i dirupi scoscesi coperti di lichene: migliaia di otarie, leoni marine, pinguini reali, stormi di uccelli antartici trovano qui un rifugio per riprodursi. La Georgia del Sud, insieme con le Isole Sandwich meridionali, è un territorio d’oltremare della Gran Bretagna ostinatamente difeso dal primo ministro inglese Margaret Thatcher, nel 1982, quando l’Argentina ne rivendicò il possesso assieme alle Falkland.
L’altra faccia del Paradiso
È l’altra faccia del paradiso, dove il clima ostile non ha ancora permesso all’uomo di alterare definitivamente equilibri millenari. Da novembre a marzo, però, quando il sole si fa tiepido e i venti si placano, l’isola richiama all’approdo i gommoni calati dalle navi da crociera che scaricano a terra truppe di turisti: più di 14 mila nel 2014-2015. Scendono a Grytviken, Salisbury Plain, Gold Harbour, Stromness e St. Andrews Bay. Per molti di loro è solo una tappa destinata ad arricchire la collezione di scatti mozzafiato. Ma il safari fotografico può diventare un’esperienza impareggiabile nell’aria cruda dell’oceano; nelle increspature delle onde metalliche; nell’inquietudine della natura perennemente impegnata, da venti e correnti, in una danza ipnotica; nel calmo dondolio delle colonie di animali o davanti all’esplosione di un ghiacciaio che va a frantumarsi nel mare. L’isola, lunga 160 km, è anche un’attrazione fatale per alpinisti esperti a caccia di vette da scalare: undici superano i 2000 metri, la più alta è il monte Paget (2934 m).
L’oasi selvaggia (1400 km a Est delle Falkland), durante la stagione riproduttiva, raduna la più alta concentrazione mondiale di fauna. Oggi è protetta, con severe regole anche per i turisti; per le sue peculiarità biologiche: una base scientifica monitora costantemente l’ecosistema. Non è sempre stato così: la sua popolazione è arrivata anche a duemila abitanti all’epoca (dal 1904 al 1920) in cui gli stabilimenti per la produzione di oro bianco, l’olio destinato a illuminare le strade e ad alimentare la rivoluzione industriale europea, lavoravano a pieno ritmo. La Georgia del Sud è stata la più importante base baleniera nel Sud del mondo: chiuse la caccia nel 1966, quando le balene erano scomparse. Quasi tutti gli stabilimenti e le navi sono ormai carcasse arrugginite dove le otarie si crogiolano al sole e gli uccelli vanno a ripararsi dai venti.
È aperta al pubblico la stazione baleniera di Grytviken, la capitale, che ospita il piccolo museo dedicato principalmente alla caccia alle balene che evoca anche la strage degli elefanti marini e delle otarie dalla pelliccia vellutata. Non manca la chiesetta dei balenieri. Ma il luogo storicamente più significativo è la tomba di Ernest Shackleton: morì qui, per arresto cardiaco, nel 1922. Cinque anni prima l’esploratore aveva concluso sulla Georgia del Sud la sua impresa più leggendaria. Costretto a lasciare la sua nave Endurance, bloccata dal pack, percorse mille chilometri di banchisa accompagnato da cinque uomini. Attraversò l’isola e raggiunse la stazione baleniera di Stromness dove organizzò il soccorso al resto dell’equipaggio.
Nella Georgia del Sud si arriva soltanto dal mare a bordo di confortevoli navi da crociera in partenza dal Puerto Williams, Ushuaia, Buenos Aires. L’esperienza più emozionante è sicuramente l’approccio all’isola su barche più piccole e maneggevoli che riescono ad addentrarsi in fiordi, baie e lagune facendo lo slalom fra alghe gigantesche. Sono motorsailer governati da esperti navigatori come Jerome Poncet lo skipper che, dopo aver scritto pagine importanti della navigazione a vela, ha scelto di vivere nell’estremo Sud del mondo. Percorre le rotte antartiche organizzando ricerche scientifiche, esplorazioni per la produzione di documentari e crociere per chi vuole visitare l’Antartico e le sue isole da una prospettiva alternativa molto seducente.