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 2016  gennaio 28 Giovedì calendario

Ecco cosa prevede l’accordo tra Italia e Ue su banche e crediti deteriorati

Ora che la garanzia pubblica alla banche sui crediti deteriorati c’è, il mercato attende di conoscerne i dettagli. La soluzione su cui il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, e la commissaria Ue alla Concorrenza, Margrethe Vestager, hanno trovato l’accordo è ieri stato valutato in maniera dubitativa dalla Borsa, in lieve calo (-0,4%) con le banche tra i titoli più venduti. In particolare il mercato attende le norme per capire quanto costerà alle banche la garanzia pubblica e se essa renderà conveniente la vendita sul mercato delle sofferenze. Obiettivo del governo è aiutare gli istituti a liberarsi dei crediti difficilmente esigibili – pari a 201 miliardi ma già svalutati a 89 miliardi – così che possano tornare a finanziare imprese e famiglie. Secondo Boston Consulting Group (che ha assistito la Banca d’Italia nelle trattative sulla bad bank nel corso del 2015) se venissero ceduti 100 miliardi di sofferenze, il Pil potrebbe aumentare dell’1,5-2% in due-tre anni. Ma vediamo come funziona il meccanismo ideato da Tesoro, che è stato assistito in questa fase da Jp Morgan. 

L’assicurazione dello Stato durerà tra 3 e 7 anni
In sostanza verrà garantito – senza aiuti di Stato – il debito in sofferenza che la banca X deciderà di vendere nell’ambito di un’operazione di cartolarizzazione (cioè di impacchettamento di un portafoglio di crediti, trasformati in obbligazioni). Lo Stato – o la Cdp, secondo alcune ipotesi – venderà all’istituto una sorta di fideiussione sul mancato recupero del credito. In questo modo la banca X può cedere questi crediti (ora garantiti) a un prezzo più alto di quello che adesso troverebbe sul mercato e può quindi minimizzare le perdite. Lo Stato incasserà la commissione per la garanzia, e pagherà solo in caso di perdite derivanti dai recuperi sui crediti inferiori alle attese. Il prezzo della garanzia è calcolato in percentuale sul valore del credito garantito (valutato con un rating) e cresce nel tempo, da 3 a 7 anni, per incentivare gli operatori ad accelerare nel recupero del credito.


Che cosa cambia per gli istituti bancari
Per le banche i vantaggi di accedere alla garanzia sarebbero diversi a seconda di come realizzano i loro bilanci. Spiegano gli esperti che ci sono due casistiche: avrebbero benefici sul patrimonio gli istituti che adottano i modelli «standard» di Basilea; non ne avrebbero invece quelli che adottano i modelli «advanced», perché qui le perdite attese sui crediti in sofferenza sono già ora detratte dal patrimonio. In entrambi i casi cedendo i crediti dovrebbero iscrivere le eventuali perdite a conto economico. Esempio: se una banca ha un credito svalutato da 100 a 44 e lo cede a 34, avrà una perdita a conto economico per 10, cui dovrà aggiungere il costo della garanzia, ma in ogni caso il vantaggio starà nella pulizia tombale dei bilanci e nella maggiore trasparenza di fronte agli investitori. E per chi ha i modelli «standard», anche nel recupero di capitale.


Il rating non speculativo per gli investitori
La garanzia dello Stato – spiega il Tesoro – «faciliterà il finanziamento delle operazioni di cessione delle sofferenze». Le società di cartolarizzazione comprano i crediti dalle banche emettendo sul mercato titoli, in varie tranche. «Lo Stato garantirà soltanto le tranche senior delle cartolarizzazioni, cioè quelle più sicure», che sopportano per ultime le eventuali perdite da recuperi sotto le attese. «Non si potrà procedere al rimborso delle tranche più rischiose (junior e mezzanine), se non saranno prima state integralmente rimborsate le tranche senior garantite dallo Stato». Perché la garanzia possa essere concessa, i titoli devono avere un rating almeno «investment grade», cioè non speculativo. Il Tesoro assicura che non ci sono oneri per lo Stato: «Al contrario si prevede che le commissioni incassate siano superiori ai costi e che vi sia pertanto un’entrata netta positiva».


Il livello dei costi e i dubbi del mercato
Ma quanto costerà alle banche questa garanzia dello Stato? «Il prezzo della garanzia è di mercato», spiega il Tesoro. Il riferimento sarà quello di un particolare contratto di copertura contro i rischi di fallimento di una società, i cosiddetti Cds, o credit default swap. Si prenderanno «come riferimento i prezzi dei cds degli emittenti italiani con un livello di rischio corrispondente a quello dei titoli garantiti». Il prezzo sarà crescente nel tempo, per spingere gli operatori a un recupero «veloce» dei crediti stessi. «Il cds è un modo trasparente e oggettivo per fissare un riferimento di mercato», commenta Gennaro Casale, responsabile del settore bancario di Bcg per Italia, Grecia e Turchia. Ma è anche il punto su cui il mercato si è più interrogato ieri, in attesa delle norme. Dipenderà dal prezzo se ci sarà o no convenienza a far scattare questo meccanismo.